real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

La presentazione dell’annuale rapporto su Milano realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Risanamento che si è tenuta la settimana scorsa ha fatto il punto sull’impatto che l’imminente Olimpiade invernale 2026 avrà sul territorio di Milano e sulla più ampia dimensione territoriale che sarà coinvolta nel periodo della manifestazione sportiva.

Al di là della previsione dei flussi turistici che graviteranno su Milano-Cortina nel corso delle settimane interessate dalle manifestazioni sportive e degli investimenti che verranno messi in
atto per la realizzazione delle infrastrutture a supporto delle Olimpiadi, quello che è emerso con forza attraverso l’analisi di Scenari Immobiliari è il tema della legacy che la manifestazione
lascerà sul territorio.

Una legacy che non si concentrerà esclusivamente sul villaggio olimpico o sulle strutture sportive come, ad esempio, la futura Arena di Santa Giulia, ma anche e soprattutto sul futuro che queste infrastrutture avranno al termine delle manifestazioni sportive.

Come emerso nel corso dell’evento, infatti, le Olimpiadi invernali del 2026 rappresentano le prime manifestazioni olimpiche in ottica ESG.

Come evidenziato settimana scorsa ne “Le infrastrutture sportive, asset di investimento sempre più all’insegna del paradigma ESG”, le nuove infrastrutture sportive oltre ad essere concepite all’insegna dell’efficienza e della sostenibilità essendo strutture prevalentemente di proprietà pubblica hanno una governance che mira a coniugare gli aspetti pubblici e privati dotando il territorio di strutture moderne ed efficienti in grado di soddisfare sia la domanda
locale ma anche di rappresentare un veicolo di attrattività per il territorio.

La narrazione delle eredità delle strutture destinate a qualche specifica manifestazione non è costellata di importanti particolari successi né sul territorio nazionale, né sullo scenario internazionale. Nel nostro paese le Olimpiadi di Roma hanno cambiato il volto della capitale e hanno dato vita a veri e  propri nuovi quartieri, mentre i mondiali di calcio del 1990 hanno lasciato nelle nostre città stadi non sempre esempio di eccellenza e di capacità di rimanere nel tempo (vedi ad esempio lo Stadio delle Alpi di Torino), l’esposizione universale del 1992 a Genova ha dato il via ad un profondo processo di trasformazione della città ligure e l’Expo del 2015 a Milano ha cementato il processo di riqualificazione urbana che ha dato il via alla stagione della rigenerazione urbana in “salsa meneghina”.

Quello che è evidente è che affinché gli investimenti sulle infrastrutture a valle della manifestazione olimpica producano la legacy attesa e auspicata, diventa fondamentale un cambio culturale e una lettura sinergica tra investimenti privati e governance pubblica che abbia come obiettivo mettere Milano e la sua città metropolitana sul podio delle realtà urbane più competitive.

Volendo fornire una lettura più ampia, si può inserire la manifestazione olimpica tra le iniziative che hanno caratterizzato nel corso di questi anni la città di Milano portandola ad inserirsi nel contesto globale e competere con le altre realtà internazionali, come già la settimana del Design e del Fuorisalone, ed ovviamente l’Expo del 2015.

Uno strumento di marketing territoriale che consente una ricaduta diffusa su un indotto variegato e che non ha impatti solo sul mercato del real estate ma anche e soprattutto sul grado di attrattività della città.