real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Ogni settore ha il suo evento dell’anno. Se il settore dell’arredo attende con ansia il momento della Settimana del Mobile, se il settore industriale vive in trepidazione le assemblee di Confindustria, e l’intellighenzia politica-economica il Fourm Ambrosetti a Cernobbio, il settore del real estate attende con ansia la seconda settimana di marzo per l’appuntamento di Cannes con il MIPIM, quest’anno atteso con ancora maggiore trepidazione dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia che ha colpito in modo indiscriminato e con molta “democrazia” ogni paese.

In linea con quello che sta accadendo da qualche tempo nel settore del real estate, il tema della manifestazione di quest’anno è: “Urban Change”.

Cambia, invece ormai da qualche anno, il panorama degli asset immobiliari al centro dell’attenzione: non più solo i grandi complessi direzionali, bensì un settore residenziale che da Cenerentola del mercato si è trasformato in principessa in tutte le sue sfaccettature oltre alle infrastrutture sportive stadi e arene in primis.

E’ il vero fil rouge di questa edizione della manifestazione il tema della sostenibilità, che incide sempre di più sulle politiche di investimento dei principali operatori.

La trasformazione delle città da tempo al centro delle attenzioni degli investitori e delle pubbliche amministrazioni che sempre più di frequente si fanno parte attiva nel processo di sviluppo in partnership più o meno paritaria con i grandi sviluppatori immobiliari.

Facendo un parallelo con il mondo della moda, la città sta diventando la tela con cui gli operatori vanno a “confezionare” la rigenerazione dei tessuti urbani.

Anche quest’anno le grandi città si racconteranno e illustreranno i propri progetti che andranno a caratterizzare lo sviluppo a competizione si giocherà sugli immobili più significativi
dal punto di vista architettonico, ma anche di impatto sulla skyline delle città in cui vengono sviluppate.

In questo scenario, almeno per quanto riguarda il mercato italiano i processi di rigenerazione  urbana non riguardano però solo i grandi centri urbani ma anche e soprattutto i centri di piccole e medie dimensioni dove stanno emergendo interessanti esempi di riqualificazione di ex aree industriali.

Fanno quindi specie, le notizie relative allo stop alla legge sulla riqualificazione urbana a un passo dall’approvazione per meri motivi formali lascia presumere una mancanza di visione su un settore che contribuisce significativamente alla crescita del Paese. Come fatto notare le principali associazioni di categorie afferenti al settore delle costruzioni e del real estate nel suo complesso, sembra miope l’azione del governo nel bloccare il ddl che è frutto di un lavoro collegiale tra tutti gli attori della filiera durato per ben tre anni e che soprattutto va ad impattare su un’attività che ha profondamente inciso sul processo di trasformazione di molte nostre realtà urbane e che ha consentito ad alcune realtà di competere in termini di attrattività con le altre città internazionali.

Quindi che il sole e i profumi della Riviera siano di buon auspicio per tutti gli operatori nazionali ed internazionali che martedì prossimo daranno il via ad una intensiva tre giorni sulla – si spera – “soleggiata” riviera francese.