real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

E’ stata presentata martedì scorso nel corso di una conferenza stampa, presso la sala convegni ex Kaimano di Acqui Terme, location termale del basso Piemonte, l’iniziativa di diffusione culturale Rete-teatri, ideata e promossa da Paolo La Farina di Casagrassi e Monica Massone di Quizzy Teatro, che da alcuni anni si fanno parte attiva per la promozione di interessanti eventi culturali tra Langhe e Monferrato.

L’iniziativa che trae la sua origine da precedenti e fortunate esperienze di divulgazione culturale, si propone di presentare nel territorio dal basso Piemonte finanche in Liguria una serie di spettacoli teatrali di varia natura.

Quale è lo spirito di questa iniziativa? Far rinascere spazi di aggregazione e cultura in centri che per molti anni si sono “dimenticati” di aver avuto nel proprio passato spazi destinati a queste attività e si sono crogiolate per anni nell’immobilismo culturale.

Le condizioni attuali, il diffondersi di modalità di lavoro differenti dall’andare in ufficio al mattino e rientrare a casa almeno per cinque giorni alla settimana, ha portato a fenomeni di ritorno nei luoghi delle origini o di scoperte li location amene fuori dagli abituali itinerari turistici.

Perché diciamolo senza falsa ipocrisia, se al 2020 dicevi a qualche collega “vado in vacanza a Spigno Monferrato”, ti guardavano come se avessi citato un luogo in un’altra galassia. Eppure, non è così: il luogo esiste, è segnato sulla cartina geografica e le persone ci vivono e ci hanno vissuto, lavorato, riso e pianto.

E così la pandemia e il new normal ha riportato molti centri ad una vitalità inaspettata. Una domanda nuova che tuttavia presenta agli amministratori di questi piccoli centri una sfida: come rendere attrattivi questi luoghi per soggetti “ben abituati” ad un’offerta culturale e di occasioni di divertissement ricca e variegata.

Proprio per rispondere a questa nuova domanda, l’idea del teatro diffuso è centrale sotto molteplici aspetti.

In primis, l’opportunità di riportare all’antico lustro gli immobili utilizzati e conseguentemente fornire a questi territori un driver per l’attrattività: il tema dell’arte diffusa come strumento di promozione del territorio non è nuovo, ma si è caratterizzato nella stragrande maggioranza
dei casi in momenti che coinvolgono una singola realtà territoriale per volta.

La vera sfida di questo progetto sta nel costruire una rete di realtà territoriali vicine che ospitano i diversi spettacoli: una rete orizzontale che per funzionare e per dare riscontri positivi deve liberarsi dell’egoismo tipico di realtà urbane.

Se una grande città può giocare da sola la propria partita per l’attrattività, i piccoli centri, invece, devono necessariamente fare squadra in una sorta di revival delle antiche leghe medievali.

Come giustamente ha fatto notare il sindaco di Monastero Bormida – dott. Luigi Gallareto – non ha senso, per la sopravvivenza stessa dei piccoli centri, la logica del campanilismo
fine a sé stesso.

E’ necessario, quindi, promuovere un dialogo costruttivo con le altre realtà circostanti come in un unico grande “multisala teatrale” che consenta a chi non conosce il territorio, di avere  occasione di visitarlo e invece a chi lo conosce già di godere di un’offerta di leisure inaspettata.

Questa iniziativa dimostra come il coinvolgimento della parte pubblica, di concerto con la promozione della cultura rappresenta un interessante esempio di collaborazione pubblico-privato per la valorizzazione del territorio.

E allora attendiamo con ansia che si apra il sipario! Buondivertimento!