Nel 1979 Lucio Dalla pubblicò uno dei testi più interessanti del suo repertorio dal titolo “L’anno che verrà”. Un testo dai contenuti per l’epoca d’avanguardia e ancora oggi, o forse soprattutto oggi, molto attuali. Prendo in prestito il titolo per questa veloce rassegna di quello che ci aspetterà nel 2022.
Se il 2021 è stato per ovvi motivi, un anno di passaggio con i segni di una pandemia che sembra faccia fatica ad esaurirsi con investimenti rallentati dall’incertezza della situazione e dai nuovi scenari portati dalla programmazione europea, ma anche dalla voglia di innovazione che pervade tutto il settore del real estate.
Gli indici di mercato degli ultimi giorni del 2021 riportano un’immagine di Milano che ha ripreso il suo ruolo egemone nella lista delle location predilette dagli investitori istituzionali.
Milano che si prepara ad accogliere in combinata con Cortina le olimpiadi invernali del 2026, che ha scelto poco prima di Natale il progetto del nuovo tempio cittadino del calcio. Milano che ha fatto nel corso degli ultimi anni dell’urbanistica il centro nevralgico della propria strategia di attrazione degli investimenti. Tuttavia, anche Roma inizia ad affacciarsi con insistenza, per il sempre maggior interesse suscitato da parte degli investitori.
Se i poli attrattivi degli investimenti immobiliari saranno quindi Milano e Roma, secondo il recente studio presentato pochi giorni prima di Natale da Scenari Immobiliari gli anni a venire saranno caratterizzati dall’emergere di interessanti iniziative immobiliari in quelle che vengono definite le città periferiche. Su tutto il tema della rigenerazione urbana che vedrà alcune concrete realizzazioni tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, perché se è vero che tanto se ne è parlato poche realtà sono passate veramente ad una fase attuativa vera e propria.
Tutto sotto l’egida della sostenibilità che pervade sempre più le attività di promotori, costruttori e società di servizi in ambito immobiliare, sempre di più impegnati a rendere concreti e tangibili i nuovi paradigmi degli investimenti ESG compliants.
Non di meno, le imprese si troveranno ancora a “combattere” ad armi non sempre pari con il rincaro dei prezzi delle materie prime, con la difficoltà nel reperire gli strumenti finanziari fondamentali per lo svolgimento della propria attività e con la mancanza di manodopera specializzata in grado di affrontare le sfide della nuova edilizia. Ciò non di meno il mondo delle istituzioni si troverà ad affrontare con rinnovato vigore e in chiave moderna il rapporto con i diversi componenti della filiera e gli stakeholders di riferimento anche in considerazione del crescente peso della negoziazione tra le parti e la collaborazione tra pubblico e privato.
E come recitava il testo della canzone di Dalla, “l’anno che verrà” porterà delle trasformazioni e tutti quanti le stiamo già aspettando”. Buon Anno ad maiora!