real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

In questo anno così particolare, in questo momento così sospeso, la notizia su cui lavorare è che non ci sono notizie.

O meglio, quello che è successo questa settimana è la conferma di alcuni fenomeni in atto con un protagonista principale: Milano.

Infatti, pandemia o meno, Milano rimane al centro degli interessi degli operatori e degli opinion leaders. Come registrato dai diversi osservatori sul mercato degli investimenti nel settore del real estate, il capoluogo ha confermato la sua posizione di polo d’attrazione per gli investitori internazionali: dei 6 miliardi investiti nei primi nove mesi di questo anomalo anno, più della metà si è concentrata proprio su Milano.

Su questo palcoscenico, l’ultima operazione che ha calamitato l’attenzione dei media è l’acquisizione da parte di dei tre principali player sul mercato meneghino, dell’area dello scalo di Porta Romana. Cordata importante, la cui vittoria se non scontata era data come molto probabile sia per il calibro degli attori che ne fanno parte, per un pre-esistente interesse di alcuni componenti della “squadra” sull’area e per la tipologia di intervento di cui sarà oggetto l’area, ovvero la rigenerazione e la riqualificazione di aree dismesse di dimensioni importanti, con la creazione di nuove centralità.

La cifra distintiva del Rinascimento urbano di Milano di questi ultimi eccitanti anni, che hanno visto il capoluogo lombardo al centro delle strategie degli investitori stranieri, è stata come sottolineato nel corso dell’evento in streaming de IlSole24ore, la creazione di tante nuove iconiche piazze che si caratterizzano non solo come un ampio spazio in cui transitare, ma anche come un luogo di incontro.

Un altro elemento è dovuto all’importanza che rivestono per le città certi eventi di calibro  internazionale: lo scalo oltre alla centralità nei piani di sviluppo della città, in un contesto di profonda trasformazione e rinnovamento va ad assumere un ruolo centrale anche in occasione del prossimo evento che vedrà Milano protagonista: le Olimpiadi invernali 2026 Milano-Cortina, con l’area che è stata, infatti, identificata come la location per la creazione
del villaggio olimpico.

Nel progetto di riqualificazione che va ad insistere sull’area il paradigma sarà quello della riqualificazione con un forte spinta verso la sostenibilità, come disegnato da Carlo Ratti per lo sviluppo Vitae di Covivio che rigenererà una porzione di circa 5mila metri quadrati di via Serio.

La “sceneggiatura” urbanistica che su cui si muove la trama della rigenerazione urbana di Milano è quella di un piano di governo di territorio con un orizzonte di medio termine, ben lontana da una programmazione di breve termine retaggio di un tempo passato che mal si abbina a progetti di profonda trasformazione, che impiegano necessariamente per essere realizzati più anni.

Quello che si può affermare è che la strada è tracciata: l’edilizia e il real estate in senso lato non sono uguali a quelli di 100 anni fa. Al settore nel suo complesso viene chiesta capacità di accettare la sfida dell’ innovazione e di avere una visione totalmente differente rispetto a quella canonica: gli immobili non sono immutabili per quanto riguarda la propria destinazione d’uso, la fluidità che permea molti aspetti della nostra società caratterizza anche il futuro delle nostre città e quello che a Milano diventa realtà può esserlo anche in altre realtà urbane, anche se magari con un’altra scala, grazie alla volontà di dialogo e collaborazione tra la parte pubblica e quella privata.

Un nodo diventa sempre più centrale: gli attori. La dimensione degli attori che entrano in scena diventa proporzionalmente più importante e questo presuppone un processo di profonda trasformazione verso l’industrializzazione del processo di rigenerazione urbana.