real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Come ampiamente previsto dopo la chiusura forzata del paese a causa del Covid-19, l’effetto pandemia si è fatto sentire anche sul mercato delle transazioni immobiliari. Secondo quanto emerge dalle analisi sviluppate dai principali centri di ricerca del settore, il mercato ha registrato nei primi sei mesi di quest’anno un calo delle compravendite sul territorio nazionale del 15% rispetto ai dati del 2019.

Ciò nonostante, emerge una gran voglia di “casa” che si manifesta nella volontà di alcuni di migliorare la propria abitazione e di altri nel desiderio di trovarne una nuova: in entrambi i casi
un’abitazione non più vissuta solo per poche ore della giornata e/o nel fine settimana, ma una dotazione immobiliare sempre più “plug and play” da vivere se non 7/7 almeno per la maggior parte della giornata per 5 giorni alla settimana.

Una “nuova” idea di casa che ha nelle dotazioni di servizio accessorie il vero valore aggiunto insieme alla possibilità di spazi in esterno o all’interno dell’abitazione che consentano di creare
una “bolla” in cui poter lavorare o studiare.

In questo contesto, nonostante la voglia di campagna al centro di alcune notizie sulla stampa specializzata non viene meno, secondo quanto emerge da diverse fonti neppure la voglia di città. Una città in particolare: Milano.

Milano, che in questi anni ha rappresentato il centro nevralgico degli investimenti catalizzando il 40% degli investimenti del real estate nello scorso anno. La nuova Milano che ha il contorno definito dalle torri che sono state costruite nel corso degli ultimi anni in cui i progetti di investimento dei principali player prevedevano prima della pandemia, sviluppi di tipo direzionale e di strutture dedicate ad ospitare gli studenti degli atenei ambrosiani, ma che oggi pone agli sviluppatori il problema di “ripensare” i propri progetti, spostandone l’attenzione dal contesto direzionale e dei servizi verso il contesto residenziale.

Un residenziale però di nuova generazione che coniuga i nuovi concept abitativi, ai concetti di riqualificazione e rigenerazione urbana e che vede in un’edilizia più moderna, una nuova asset class che ha, nella gestione professionale la nuova frontiera di fruizione del bene “casa”.

L’icona, dal punto di vista architettonico, è il grattacielo: il rispetto delle norme relative al minore consumo del suolo e l’obiettivo di rigenerare nel modo migliore intere parti di città portano i progetti urbanistici dei prossimi anni a svilupparsi in altezza.

Una nuova idea di città che rigenera interi quartieri e cresce in altezza lasciando spazi condivisi sia all’interno che all’esterno degli edifici con il disegnarsi di nuove piazze il nuovo terreno di gioco dove a funzioni definite se ne affiancano altre legate ad eventi particolari come ad esempio le Olimpiadi invernali del 2026, ma che non devono assolutamente lasciare una volta terminati la triste eredità di immobili vuoti alla mercé del degrado.