real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Oggi è la tanto agognata giornata per la ripresa di molte attività produttive tra cui anche quella edile.

Infatti, anche se in alcune regioni, si era già dato il via alla ripresa delle opere di manutenzione negli immobili dei privati e le grandi opere infrastrutturali non sono state mai interrotte, come testimoniato dalla posa dell’ultima campata del nuovo ponte sul Polcevera a Genova, da oggi può riprendere anche la vita dei cantieri che costellano le nostre città.

Opere lasciate in quarantena che adesso devono necessariamente ripartire. Ripartenza, non a cuor leggero, come la ripresa per molti lavoratori: un misto di felicità per una nuova ripresa dell’attività produttiva e la sincera e comprensibile preoccupazione che tutto vada per il meglio e che la riapertura non corrisponda ad un ritorno dei contagi, che implicherebbe, secondo quanto dichiarato dal governo, un nuovo stop nelle attività.

Questa situazione porta all’emergere di una logica conseguenza: i costi per la sicurezza, che già pesano sul costo di realizzazione di un’opera per le imprese che rispettano alla lettera i dettami della legge per il contenimento dei rischi sui luoghi di lavoro, aumenteranno inevitabilmente.

E, presumibilmente, aumenteranno anche i tempi per la realizzazione delle opere, in conseguenza del fatto di rispettare i dettami in termini di distanziamento sociale sicuramente non facili da monitorare in un cantiere edile.

La domanda che ci si pone, soprattutto nel comparto dell’edilizia a committenza privata, è chi sosterrà questo aggravio di costi?

Per quanto attiene la parte pubblica, infatti, è stato chiarito che le singole stazioni appaltanti si faranno carico di questo extracosto. Per l’edilizia privata, invece, diventa centrale il rapporto che il singolo appaltatore avrà con il committente ovvero il suo potere contrattuale e la disponibilità della controparte di recepire come inevitabili e assolutamente necessari questi oneri aggiuntivi.

Nella maggior parte dei casi, anche se la trattativa come è giusto che sia non sarà facile, si  arriverà ad un giusto compromesso con la presa di coscienza del fatto che i preventivi a venire nel corso dei prossimi anni dovranno tenere in debita considerazione anche gli oneri aggiuntivi per questi dispositivi di protezione.

Oneri aggiuntivi, che soprattutto nelle realtà più attente al tema della sicurezza, garantiranno anche in una situazione sanitaria imprevedibile come quella che si è venuta a creare con la pandemia se non il rispetto dei tempi per la consegna delle opere, almeno un ragionevole ritardo dovuto anche al lockdown.

Inevitabilmente, non potrà essere tutto come prima, evitando anche le frasi fatte del “andrà tutto bene” o del “saremo migliori”.

Mi si perdoni il cinismo.

“Andrà tutto bene” nella misura in cui tutti gli attori del mercato lavoreranno per ottenere il risultato atteso nel rispetto della salute di tutti coloro coinvolti nel cantiere.

Non “saremo migliori” nella generalità dei casi: ci sarà sempre qualcuno o qualche realtà che si comporterà in modo da pregiudicare il contesto in cui gli altri attori si troveranno ad operare.