Recentemente, nel corso di un interessante convegno sul settore residenziale a cui ho avuto occasione di partecipare, è emerso come se è vero che l’attenzione degli investitori istituzionali internazionali gravita inevitabilmente su Milano, il mercato del real estate nel suo complesso deve prendere atto che il paese è lungo e diversificato.
Ma il nostro paese è famoso anche per essere denominato la nazione dei mille campanili, per il consistente numero di realtà urbane di svariate dimensioni che caratterizzano il territorio della penisola. Mille campanili che ospitano migliaia di piccole e medie imprese che sono state spesso definite delle hidden champions.
Non è raro che luoghi di villeggiatura rinomati a livello nazionale ed internazionale, al di là dei periodi tipici delle vacanze, si caratterizzano solo per pochi e sparuti abitanti. Consci di questo fenomeno negli anni recenti si è visto rinascere un interesse da parte delle istituzioni per la promozione di tali realtà dove non è raro trovare eccellenze dell’enogastronomia e della cultura.
Recentemente, il programma televisivo dedicato a questo tema, che ha visto tra l’altro la partecipazione di importanti voci della cultura, ha portato le telecamere sulle mie amate colline a casa di uno dei giovani artisti più interessanti del panorama internazionale, Valerio Berruti, in una location unica per la sua particolarità – Verduno – patria di un ricercato vitigno autoctono. Inoltre, nel corso delle mie passate vacanze tra le colline ho avuto modo di partecipare ad un’interessante iniziativa culturale di cui vi ho raccontato qualche articolo fa e che ha avuto una delle sue tappe a Cortemilia, capitale della nocciola dove a partire dall’anno prossimo la tradizionale fiera estiva si tramuterà in evento fieristico di rilevanza nazionale.
Sempre nell’alveo delle iniziative di promozione e di diffusione delle best practices di rinascita dei borghi nazionali ed internazionali è l’ultimo lavoro pubblicato da AIM (Associazione Interessi Metropolitani) illustra i casi più interessanti in tema di riqualificazione di piccole realtà urbane: Tematica che riscuote un interesse sempre maggiore come descritto anche da un recente articolo dal sito Houzz, che descrive come esistano realtà sparse sul territorio nazionale che dopo il dramma dell’abbandono hanno rivissuto una “rinascita” grazie alla diffusione di strutture ricettive nella forma dell’albergo diffuso.
Nella stessa direzione va, anche sulla spinta delle interessanti evidenze che derivano da recenti studi sulle ricadute economiche che gli investimenti in cultura generano sui settori economici e sul territorio, l’idea promossa da un avvocato milanese proprietario di una magione nelle Langhe, che ha proposto una biennale d’arte sulle colline piemontesi attraverso il fenomeno del museo diffuso che può coniugare le eccellenze del territorio.
Paradossalmente, in un momento storico per lo sviluppo del territorio dove il centro delle città assume morfologie sempre diverse grazie alla riqualificazione delle aree a destinazione industriale ora dismesse, una nuova vita può essere vissuta dai borghi che costellano il territorio nazionale.
Nella definizione di queste nuove centralità, se come scriveva Cesare Pavese “il mio paese sono quattro baracche e un gran fango”, la sfida a cui sono chiamate le amministrazioni dei borghi apparentemente privi di appeal è quella di trovare una chiave di lettura che permette di far emergere quei giacimenti di ricchezze che ogni territorio possiede.
Le singole iniziative di promozione territoriale di cui ho raccontato in altri pezzi sono un primo e interessante esempio di manifestazioni che vogliono portare al di fuori degli abituali ambiti delle gallerie d’arte delle grandi città l’arte moderna.