L’incipit del mio romanzo di formazione recita che “C’èuna ragione perché sono tornato in questo paese”, rappresentando una situazione comune a molti che hanno lasciato queste colline per tornarci una volta nella vita o di quanto in quanto come ci fosse qualcosa di primitivo e di ancestrale che ci attrae come il canto delle sirene di Ulisse, come se la finestra della nostra anima avesse bisogno di quel paesaggio per aprirsi.
Un territorio che nelle sinuosità delle sue curve conosce solo da pochi anni un rinnovato interesse da parte dei turisti. E’ proprio su queste colline tra il verde che ne è il colore dominante, che ha preso avvio nel mese scorso una interessante iniziativa culturale, che ha il suo centro nevralgico in un ameno paesino delle Langhe: Serole.
Anche quest’anno, infatti, Narrative Movements trasformerà Casa Grassi in un centro internazionale di arte e cultura. Nei mesi di luglio e di agosto gli artisti partecipanti alla seconda edizione della residenza artistica 2019, curata da Massimo Costantini, trasformano 50 oggetti proposti dai cittadini di 5 comuni del territorio in altrettante opere d’arte che saranno esposte in 5 mostre collettive, in ciascun comune aderente all’iniziativa. Il tutto accompagnato da cinque spettacoli teatrali che allieteranno le serate estive di queste colline.
L’obiettivo dell’iniziativa, di concerto con l’amministrazione locale, è quello di dare nuova linfa alla cultura locale e promuovere il territorio con un efficace esempio di collaborazione pubblico-privato che vede nella promozione culturale un potente strumento di marketing territoriale.
Poco distante da Serole, nel secondo week end di settembre, quando le giornate estive anticipano nei colori che cambiano l’arrivo dell’autunno si terrà presso la Tenuta Quarelli a Roccaverano un altro centro della Langa astesana il Festival Colline d’Arte: un appuntamento unico di arte, spettacolo, prodotti tipici ed eccellenze enogastronomiche tipiche dell’Alta Langa.
Il fascino della location è rappresentato da un susseguirsi e un mostrarsi di opere d’arte che dialogano senza vincoli e recinti con la natura, contribuendo ad arricchirne il fascino.
L’arte e la valorizzazione del patrimonio storico culturale nazionale rappresentano un efficace strumento di marketing territoriale non solo per grandi città come Milano, catalizzatrici dell’attenzione internazionale e nazionale, ma anche per molti territori che posso essere definiti “periferici”.
Coniugare arte, restauro architettonico e conservazione, può rappresentare la nuova frontiera della rigenerazione urbana, non solo nei grandi centri metropolitani, ma anche in altre realtà sconosciute ai più.
Al di là dell’importanza delle due manifestazioni sopracitate, in quanto veicolo di promozione di artisti è anche un modo interessante di far gravitare l’arte contemporanea, tendenzialmente “relegata” alle gallerie delle grandi città, trovando ambienti non usuali per una nuova lettura ed un nuovo dialogo con il territorio.
Ma quali sono le ricadute sul patrimonio storico e artistico, per certi aspetti periferico? Il crescente interesse di una determinata tipologia di operatori sul recupero e sulla diversificazione funzionale di edifici che altrimenti sarebbero destinati ad essere ostaggio delle erbe aromatiche e dell’oblio dei tempi.
Se è infatti vero che il territorio gioca un ruolo centrale nell’economia delle nostre regioni, il turismo di nicchia rappresenta una fetta di mercato interessante per un numero sempre maggiore di operatori turistici, che vedono in questa forma di Tourism & Leisure un interessante segmento di mercato.
Il patrimonio artistico-culturale è un bene fondamentale per molte nazioni e in primis per l’Italia, ricca in giacimenti di opere d’arte che potrebbero suscitare l’attenzione di investitori istituzionali che hanno già dimostrato in questi anni un interesse crescente per gli heritage assets, promuovendo il turismo e l’interscambio culturale.
La cultura itinerante rappresenta una modalità per un territorio, che per sua natura non ha una spiccata vocazione turistica, di promuovere le proprie realtà coniugando una serie di elementi che ne rappresentano l’unicità.
L’auspicio è che anche le altre amministrazioni pubbliche trovino la voglia e il coraggio di uscire dal torpore che le caratterizza da anni e cerchino di “presentarsi” con una nuova veste, abbandonando l’opaca immagine di aree sottosviluppate secondo la normativa comunitaria d’antan, e cercando una nuova mission di museo e galleria d0arte diffusa contribuendo anche alla diffusione del gusto del bello.