real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

L’evoluzione delle città è stato oggetto di un interessante appuntamento di formazione dei RICS che si è svolto nella mattinata di ieri, 10 aprile 2018 nella sede milanese di EY.  Proprio su questo tema RICS ha lanciato un contest per rispondere alle sfide che le città affronteranno nei prossimi anni in tema di: rapida urbanizzazione, cambiamento climatico e scarsità di risorse.

Protagoniste del convegno e del contest, quindi le città: le vere interpreti della competizione globale e dello sviluppo immobiliare di molti paesi dopo la crisi del 2008.

I relatori che si sono avvicendati nelle tre tavole rotonde che si sono alternate nel corso della mattinata, hanno messo in evidenza alcuni elementi di analisi che se fondamentali per metropoli come Milano, risultano essere centrali anche per le città secondarie.

Dopo il secolo “breve” caratterizzato da progresso e conquiste, infatti, il XXI secolo è noto come “il secolo delle città”, così come lo ha definito Micheal Bloomberg, sindaco di New York dal 2002 al 2013. Oggi il 50% della popolazione mondiale vive in città e si prevede che la popolazione urbana possa raggiungere il 75% entro il 2050. Grazie alla concentrazione delle risorse finanziarie, umane, tecnologiche e culturali, le città sono i luoghi più adatti per affrontare i grandi temi del nuovo sviluppo della Terra.

Gli impegni attorno a cui ruota la  nuova agenda urbana riguardano soprattutto lo sviluppo economico, l’inclusione sociale, la sostenibilità ambientale con l’adozione di un approccio territoriale integrato allo sviluppo sostenibile.

L’Italia ha una tradizione cittadina e municipalistica unica in Europa: nella prospettiva del secolo delle città, si potrebbe pensare che il patrimonio urbano del nostro Paese possa aiutarci ad interpretare le sfide della contemporaneità. Gli investitori stranieri hanno canalizzato i propri capitali su Milano e sulla Lombardia, riconosciute come aree overperformanti rispetto alla media nazionale, puntando su prodotti di qualità e asset class alternative, dai rendimenti potenzialmente interessanti.

Come sottolineato dai relatori, fondamentale per lo sviluppo delle città è il ruolo che rivestono i nuovi strumenti urbanistici, lontani dalle logiche di breve periodo dei piani regolatori di un tempo. Gli stessi, infatti, devono essere interpretati come lo strumento per stimolare la crescita e la trasformazione dei centri urbani di qualsiasi dimensione.  Un altro elemento centrale per lo sviluppo delle città è il recupero dello spazio pubblico da restituire alla collettività.

Se questi aspetti rappresentano i driver per il futuro delle città più grandi, lo stesso può dirsi per le città “secondarie”: come emerso già nel convegno del 30 novembre scorso promosso dall’Osservatorio Permanente sulla Pubblica Amministrazione Locale (OPPAL) del Politecnico di Milano, infatti, alcune amministrazioni locali si sono fatte promotrici di processi di rigenerazione urbana attraverso processi di contrasto al degrado non solo delle periferie ma anche di edifici che si trovano al centro delle città.

Sono proprio queste realtà le migliori interpreti di un dialogo con la cittadinanza e con gli stakeholder locali, che coniugato alla volontà di velocizzare i processi e di eliminare balzelli burocratici può essere uno degli strumenti ideali per un processo di recupero e “make up” della città.

Se la città deve essere vista come un unicum in cui è fondamentale la rigenerazione e la riqualificazione, Milano si presenta come un contesto urbano in grado di competere a livello internazionale, come dimostrato anche al concorso Reinveting cities che vede coinvolte 40 città europee. Obiettivo del bando è l’alienazione di siti inutilizzati che possano essere destinati a progetti di rigenerazione urbana rispondenti a principi di sostenibilità e di resilienza.

L’idea è quella di un concorso di idee per architetti, sviluppatori, imprenditori e artisti con l’obiettivo di raggiungere uno sviluppo urbano più sano, ecologico ed economicamente sostenibile. L’obiettivo del concorso è ripensare e reinventare la città attraverso una marcata attenzione al tema delle architetture e dell’ambiente urbano, anche grazie al processo di uso e riuso dei materiali.

Compito delle associazioni, del mondo accademico e delle amministrazioni pubbliche è quindi quello di ridare alle città il proprio ruolo di culla per la progettualità, non solo di edifici, strade o spazi pubblici ma di una visione che insieme al sistema economico, sociale e culturale vada a caratterizzare il futuro dei centri urbani.