real estate

Se nell’articolo della scorsa settimana abbiamo affrontato il tema dell’innovazione a supporto della progettazione e della realizzazione degli edifici e delle infrastrutture, i risultati presentati dall’Osservatorio sullo Smart Living del Politecnico di Milano, sui dati relativi al 2016, hanno messo in luce alcuni elementi di analisi da cui gli operatori del settore immobiliare e delle costruzioni non possono prescindere. Secondo quanto riportato dalla ricerca, il business dello smart living generalmente identificato con il termine domotica è cresciuto nel 2016 del 23% raggiungendo la quota di 185 milioni di €.

Anche i portali di ricerca di immobili e quelli dedicati alla ristrutturazione mettono in luce come gli elementi di domotica rappresentino un must per una fascia importante della domanda.

La domotica si concretizza soprattutto in sistemi che consentono l’apertura e la chiusura delle porte e delle imposte da remoto e da sistemi che permettono il controllo dell’illuminazione e la gestione del calore e del freddo.

Ma da cosa nasce questa necessità di innovazione, vissuta come caratteristica preponderante di una nuova domanda abitativa?

L’innovazione rappresenta un processo inevitabile e da cui non si può prescindere. La nostra vita è regolata da ritmi imposti dagli apparati tecnologici da cui non sappiamo e non possiamo più separarci. Anche chi, come chi scrive, ha vissuto anni senza il bisogno di essere sempre raggiungibile ed sempre connesso, ora non saprebbe più vivere senza il proprio ufficio nello spazio di un tablet o di un telefono.

Inoltre, diventa sempre più centrale l’aspetto relativo alla sicurezza: in città più grandi ma anche nei piccoli centri, la possibilità di tenere sempre sotto controllo la propria abitazione rappresenta un valore aggiunto e un plus che ognuno di noi vuole poter avere.

Il processo di innovazione e la velocità con cui questo fenomeno si diffonde fanno sì che la strumentazione domotica, che ha rappresentato per anni un aspetto quasi inaccessibile per la maggior parte del mercato, venga offerto oggi come uno degli elementi fondanti il capitolato di molte nuove costruzioni, come ad esempio la realizzazione di Euromilano a Cascina Merlata che viene offerto a prezzi abbordabili per una considerevole fetta di domanda.

Un discorso diverso invece deve essere fatto per gli immobili oggetto di ristrutturazione. Tenendo in considerazione che il patrimonio abitativo italiano è rappresentato per più del 50% da immobili realizzati prima del 1970, anche a livello d’impiantistica questi edifici potrebbero non essere in grado di supportare dispositivi atti ad una gestione domotica della casa.

Il vantaggio della diffusione della tecnologia sul mercato si concretizza anche in costi più bassi delle infrastrutture tecnologiche per la gestione remota se non di tutti, almeno di alcuni aspetti dell’abitazione, che possono essere adottati anche in edifici “usati”.

Dal punto di vista dei prezzi del mercato, l’aspetto domotico viene già “compreso” nelle quotazioni dei nuovi edifici, mentre per le abitazioni “usate” rappresenta un incremento di valore di circa il 10%.

L’aggettivo che in questi anni si è fatto strada con insistenza e a volte in modo anche un po’ abusato è smart. Lo abbiamo affiancato ai termini più diversi: food, cities, living, quasi a connotare qualcosa di innovativo in grado di rendere più bella e piacevole la nostra vita quotidiana.

Sicuramente quello da cui non possiamo prescindere è che l’uomo è un essere che si adatta facilmente alle novità utili, interiorizzandole e facendole proprie.

Questo aspetto, insieme a molti altri, è la testimonianza che la casa non può e non deve soprattutto essere pensata come 60 anni fa. La filosofia che deve guidare i nuovi interventi deve essere quella di fornire al cliente un prodotto che sia in grado di sintetizzare tutti gli aspetti della vita e i servizi alla persona. E questa è un’ulteriore conferma che oramai la realizzazione di un immobile moderno deve coinvolgere più soggetti in una logica di filiera e di offerta di un prodotto integrato.

E allora vi auguriamo uno smart reading dell’articolo in una smart location.