real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

La lunghezza delle coste italiane è di 8.300 km a cui si aggiungono località lacustri di notevole interesse turistico per il loro patrimonio immobiliare artistico di rilevanza internazionale. E ‘ un dato di fatto che il legame del nostro paese con il mare è molto forte e ha rappresentato per molto tempo uno dei driver della sua notorietà internazionale.

In questo scenario sembra quasi scontato pensare ad un segmento di infrastrutture immobiliari legate al settore nautico che faccia parlar di sé e che attragga capitali e utilizzatori anche da altri paesi. In modo quasi incomprensibile sembra invece che il nostro paese abbia preso coscienza solo recentemente del fatto che la riqualificazione o la rifunzionalizzazione delle infrastrutture legate alla nautica e al turismo marittimo possa rappresentare una delle chiavi per ridare nuova linfa a territori che altrimenti languiscono in un limbo di flussi turistici di prossimità senza alcuna possibilità di attrarre nuovi clienti.

Proprio per far fronte a questa presa di coscienza, molte amministrazioni comunali delle nostre coste hanno lanciato proprio in questi ultimi anni interessanti progetti di riqualificazione o rifunzionalizzazione dell’esistente volte a creare nuove destinations. In questo contesto ha fatto notizia l’iniziativa promossa dal comune di Imperia che ha deliberato l’approvazione della variante (20 favorevoli e 7 astenuti) per il progetto di ultimazione del porto turistico della città anche di altre località balneari della costa ligure hanno dato il via ad importanti operazioni di riqualificazione, come ad esempio l’iniziativa della Marina di Ventimiglia che vede coinvolto un investitore istituzionale di matrice internazionale, ovvero Namira SGR.

Per tutte queste iniziative, che siano promosse in una regione piuttosto che in un’altra, il filo conduttore è rappresentato ancora una volta dalla volontà di ridare una nuova vita a località che hanno al loro attivo un passato brillante come località di villeggiatura, ma che negli ultimi anni avevano visto scendere quasi in picchiata l’attrattività. Inoltre, per le località liguri più attive su questo segmento di mercato, si fa avanti anche l’opportunità di supplire alla domanda francese di posti barca che risultano essere nella ben più rinomata Riviéra difficili da trovare, se non a prezzi esorbitanti.

Ma come ripensare le nostre coste per dare loro una nuova vita ? Il mercato, sempre più esigente cerca un prodotto di qualità che coniuga l’estetica della location ad un’offerta immobiliare di elevato standing sia dal punto di vista delle finiture che dei servizi accessori, nonché la possibilità di vivere, volendo, quei luoghi anche al di là dei canonici 5 mesi tra primavera e autunno.

Se è pur vero che le infrastrutture immobiliari possono rappresentare un driver per l’attrazione di investitori e clienti, è altrettanto vero che alcune di queste località devono ripensare anche il proprio marketing territoriale portando “a bordo” tutta una diffusa rete di servizi necessari che vanno dal retail e all’entertainment e allo sport.

Anche nel caso delle marine o dei porti turistici, si ripropone il meccanismo di moltiplicatore delle operazioni di rigenerazione che oltre a portare un evidente beneficio in termini di riqualificazione dell’esistente, permette anche di dare nuova linfa a tutte quelle attività presenti sul territorio sul quale insistono i siti interessati sia durante la fase di realizzazione anche e soprattutto a pieno regime regi.

Forse una volta che queste opere saranno realizzate e a regime, se adeguatamente inserite in un contesto attrattivo, potranno portare la riviera ligure a rivivere i fasti degli inizi del secolo scorso dove le località della costa erano approdo per turisti non solo nazionali, e al posto delle cartoline, un proliferare di stories su Instagram tra focaccia, pesto e chinotto, e magari un novello Lord Byron affascinato dalla risacca del Mar Ligure.