Nel corso della conferenza annuale del capitolo italiano di ULI (Urban Land Institute), che si è svolta a Milano lunedì nella sede di Allianz è stato affrontato il tema dell’impatto che la transazione ambientale ed energetica ha sulle città e sui suoi processi di trasformazione, un tema che diventa sempre più preponderante nell’attività di pianificazione dello sviluppo urbano.
Un connubio quello tra sostenibilità ambientale e sviluppo urbano che in seguito all’accelerazione che il sistema del real estate ha registrato nel corso degli ultimi anni sta caratterizzando sempre di più i nuovi sviluppi immobiliari e le attività di rigenerazione urbana che costellano buona parte del nostro territorio. A tutto ciò si associa l’adesione al paradigma ESG da parte degli investitori istituzionali dove la componente ambientale risulta al momento quella più sviluppata anche grazie alla diffusione di strumenti di certificazione internazionale.
Alla componente ambientale si affianca la componente energetica, puntando ad un unico obiettivo: usare e consumare meno energia. Un aspetto sempre più importante e cruciale, sia dal punto di vista ambientale e di sviluppo sostenibile, sia da quello economico e finanziario.
Con i prezzi di gas e petrolio che salgono alle stelle per effetto della guerra in Ucraina e di altri contesti internazionali, con il conto delle bollette energetiche che si fa più salato e pesante da sostenere, concetti e traguardi come ‘efficientamento energetico’ e ‘risparmio energetico’ sono oggi ancora di maggior attualità, che pur non essendo la stessa cosa puntano allo stesso obiettivo.
Obiettivo quello della transazione energetica ed ambientale che coinvolge anche gli altri topics della sostenibilità, come ad esempio la necessità di dare vita ad un sistema di mobilità efficiente ed all’insegna dello sharing e dell’economia circolare.
La velocità con cui il progresso tecnologico porta a nuove scoperte scientifiche ed innovazioni sostenibili, mette inevitabilmente sotto pressione il settore del real estate e delle costruzioni del nostro paese caratterizzato almeno fino a poco tempo fa per la maggior parte da operatori poco inclini all’innovazione.
Oggi, tuttavia, il ruolo che spetta ai grandi player del real estate e delle costruzioni sia come sviluppatori che, come realizzatori, è quello di accompagnare lo sviluppo immobiliare con le migliori applicazioni in termini di efficientamento ambientale e innovazione tecnologica.
Inoltre, come è stato più volte sottolineato lo sviluppo urbano non può prescindere soprattutto per le città più rilevanti da una componente di driver per la competitività dei territori che si traduce molto spesso nell’attrazione dei talenti.
Attrazione dei talenti che può rispondere alla componente S del paradigma ESG e che insieme allo sviluppo delle attività comparabili con il comparto STEM possono rappresentare un’eccellenza per le città.
Quello che è emerso nel corso della conferenza annuale è che sempre di più l’industria dello sviluppo urbano in tutte le sue componenti private non può prescindere da una forte attività di contaminazione con gli altri settori anche quelli tecnologici e che la controparte pubblica deve farsi parte attiva per l’efficientamento dei processi che favoriscano l’avvio di attività innovative e di investimenti da parte delle grandi corporation, evitando che il patrimonio umano dei nostri atenei si disperdano depauperando di talenti il nostro paese.