real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Prendo a prestito le parole del librettista Lorenzo Da Ponte per il Don Giovanni di Mozart per fare il punto sul variegato e sempre più eterogeneo carnet di asset immobiliari da cui gli investitori traggono ispirazione per i loro investimenti.

Investimenti che, nonostante la situazione geopolitica internazionale ad oggi, nel nostro paese, sono stati considerevoli e variegati sia per tipologia che per location.

Fermo restando la necessità per gli investitori di investire su attività immobiliari di riferimento, come ad esempio il comparto direzionale, le operazioni di questo primo scorcio dell’anno hanno fatto emergere l’interesse degli investitori per altre asset class.

Alcune di queste, come viene evidenziato da molti operatori del settore, non sono ancora ben codificate nel catalogo delle attività di investimento e per questa ragione la lettura del loro  impatto sul mercato non è immediata.

L’esempio più emblematico è l’investimento in aree di rigenerazione urbana.

Come incasellarle? Intere parti di città più o meno grandi che hanno rappresentato per molti anni una specifica attività che diventano brownfield da riqualificare e trasformare in qualcosa di completamente diverso. Lo stesso dicasi per un settore ghettizzato per molto tempo ma ora tra i più desiderati dagli investitori, ovvero quello residenziale, che può rivestire in funzione della location panni diversi: residenziale tradizionale, residenziale a reddito, student o senior housing. Una sorta di ibridazione del settore per definizione più immobile che risponde alle esigenze di un mercato sempre più diversificato.

E’ proprio grazie a questa logica di mutevolezza delle destinazioni d’uso delle infrastrutture immobiliari, che è possibile ripensare ad un mercato immobiliare dove gli investimenti non si  concentrano esclusivamente sul segmento uffici o sulla logistica ma guarda con interesse anche ad altre attività.

In questo contesto, oltre al già citato segmento della rigenerazione urbana fa il suo ingresso il tema delle infrastrutture sportive, tanto attenzionate nel nostro paese soprattutto in tempi recenti e che cercano una nuova veste che consenta loro non solo di ospitare eventi sportivi a cui sono vocati, ma rappresentare una location anche per altre attività commerciali o  comunque in grado di generare un cash flow interessante per investitori istituzionali.

La capacità del mercato immobiliare, a livello internazionale, di adattarsi e modularsi in funzione della domanda rappresenta un’opportunità concreta per molte infrastrutture immobiliari di diventare componenti fondamentali del percorso di crescita e di sviluppo del territorio in un’ottica di ottimizzazione delle risorse esistenti.

Se è vero la circolazione del capitale, funzione di ulteriori investimenti e di afflusso di utilizzatori finali, contribuisce alla crescita economica dei territori senza discriminazione alcuna su una pluralità di attività produttive, questo è ancora più vero per il nostro paese dove la ricaduta del settore del real estate e delle costruzioni incide sull’80% dei settori economici nazionali.