real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Si è svolta mercoledì scorso, presso la sede nazionale dell’ANCE l’annuale presentazione dell’Osservatorio Congiunturale, a cura dell’Ufficio Studi, che fa il punto sui risultati del 2021 e fa delle previsioni sui possibili scenari dell’anno appena iniziato per il settore delle costruzioni.

Innanzitutto, i dati più rilevanti dell’Osservatorio Congiunturale sono i seguenti:

  • gli investimenti in costruzioni nel 2021 hanno segnato un rialzo, anzi un rimbalzo del 16,4 % rispetto al 2020;
  • la stima per il 2022 degli investimenti in costruzioni segna un 0,5% rispetto al 2021, che contribuisce ad una stabilizzazione dei risultati registrati nel corso del 2021;
  • la fotografia attuale illustra un settore che in 12 anni, dall’inizio della crisi, ha visto un crollo del 75% dei propri livelli produttivi rispetto al 2008;
  • una previsione per il 2022 di un tasso positivo di crescita per il settore delle opere pubbliche anche grazie ai fondi del PNRR;
  • dal punto di vista delle compravendite, il 2021 ha segnato una decisa ripresa all’anno precedente tanto da determinare nei primi nove mesi del 2021 un rialzo del 21,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente;
  • un altrettanto positivo andamento dei permessi di costruire;
  • il tutto in un contesto di economia nazionale che ha registrato una decisa ripresa del PIL nell’anno appena concluso anche grazie al contributo del settore delle costruzioni.

Al di là dei dati che raccontano di un settore che ha ripreso il suo percorso di ripresa dopo lo scossone del 2020, l’Osservatorio ci racconta di un comparto produttivo che nel corso di questi anni, anche a causa del pesante fardello della crisi che ha fatto uscire dal mercato un numero importante di attori, ha fatto di necessità virtù e si è trasformato.

Le sfide con cui si confrontano gli attori di questo nuovo mondo del real estate e delle costruzioni sono quelle della definizione di un contesto dell’immobiliare dove un ruolo determinante è giocato dal paradigma della sostenibilità che è la nuova frontiera per gli
investitori istituzionali e che presuppone un processo di analisi e selezione di metodologie e elementi sempre più sofisticato e attento anche in fase di costruzione.

Proprio in questo scenario, gli operatori hanno saputo interpretare il new normal non solo in termini di prodotto richiesto dal mercato, ma anche e soprattutto di servizi accessori che a questo prodotto vengono associati. In particolare, il pensiero va al contributo che la digitalizzazione può fornire.

Se questo tema sembra essere all’ordine del giorno delle imprese di dimensioni più rilevanti, non sembra essere à la page per la maggioranza delle aziende, per cui manca una visione sulla gestione dei dati lungo l’intero ciclo di vita del progetto, ottimizzando attraverso il fine tuning di questi parametri l’attività manutentiva e gestionale dell’infrastruttura immobiliare.

Il tutto in un contesto macroeconomico che vede l’impennata del costo dei materiali e delle fonti di energia, una cronica difficoltà nel reperire manodopera specializzata e un paese che deve riuscire a mettere in atto i progetti finanziati dai fondi del PNRR.

Sempre di più, infatti il contributo delle imprese di costruzioni nel loro complesso facendo fronte comune sia con i grandi attori del real estate che con le componenti più manifatturiere della filiera, possono contribuire a dare nuovo slancio all’economia del paese dove il settore oltre a rappresentare circa il 20% del PIL nazionale intrattiene rapporti commerciali con l’80% dei settori economici dell’industria nazionale.