real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Gli ultimi anni hanno rappresentato per il settore del real estate e delle costruzioni una vera e propria rivoluzione copernicana. Un periodo di profondi mutamenti che ha visto alternarsi momenti di crescita imponente del settore a cui hanno fatto seguito momenti di vera e propria crisi. Crisi che ha il suo anno domini nel 2008 e dalle cui ceneri il settore è uscito profondamente trasformato.

Trasformato nella domanda ma anche e soprattutto nell’offerta.

Dal punto di vista degli attori presenti sul mercato il numero delle imprese che operano nel settore delle costruzioni si è andato via via assottigliando portando, essenzialmente, alla definizione di due macro-categorie di operatori: le imprese di costruzioni di dimensioni più importanti e una vasta gamma di operatori di micro o piccola dimensione legati  prevalentemente al segmento della manutenzione: segmento che più di ogni altro ha beneficiato nel corso di questi ultimi anni di azioni di sostegno.

Nel campo del real estate vero e proprio, i grandi investitori domestici ed internazionali hanno concentrato la propria attenzione sui mercati immobiliari delle grandi città italiane con Milano leader indiscusso, unica realtà nazionale in grado di competere con le principali e più attrattive città europee nella lista dei desideri degli investitori istituzionali.

E se il mercato non è solo quello dei grandi investitori istituzionali, nel corso di questi anni un andamento altalenante ha caratterizzato il mercato delle compravendite fortemente  influenzate anche dall’andamento del mercato del credito.

In questo scenario hanno fatto il proprio ingresso anche nuovi modi di interpretare l’infrastruttura immobiliare: non si parla solo più di case, uffici e negozi o centri commerciali, ma ogni singola asset class viene declinata in modo diverso in funzione dell’utilizzatore finale. Così, hanno fatto il proprio ingresso sul mercato spazi di coworking, senior e student housing, cohousing, senza dimenticare che le asset class “tradizionali”, come ad esempio i centri commerciali hanno mutato la loro funzione e da meri contenitori di spazi commerciali sono diventati luoghi che mescolando attività di tipologia diverse sono diventati microcosmi  esperenziali.

Ed è proprio in questo scenario che è emerso ancora con più forza come alcune tematiche sia essenziali per lo sviluppo dell’industria delle costruzioni.

In primis la location: le città, che sono le vere protagoniste di un mercato vivace e stimolante.

Poi il dialogo tra i diversi stakeholder, sempre più proteso verso il confronto e la collaborazione per raggiungere un obiettivo comune: pubbliche amministrazioni, imprese e progettisti che lavorano di concerto per dare nuova vita alle infrastrutture immobiliari.

E per finire il tema che più di ogni altro sta giocando un ruolo centrale nel settore delle costruzioni e del real estate di questo ventennio: la rigenerazione urbana, che non si manifesta solo con la mera demolizione e ricostruzione di parti di città ma una nuova definizione di parti di città in grado di soddisfare i desiderata della domanda.

Ma per far sì che tutti gli elementi di questa inaspettata orchestra suonino all’unisono e in ossequio all’armonia, è fondamentale che tutti abbiano una naturale propensione alla capacità di guardare avanti per concepire un dopo e un uso diverso di un’infrastruttura che diventa sempre più viva e un tutt’uno con i suoi utilizzatori finali spingendo l’acceleratore su tutte quelle componenti di tecnologia e sostenibilità che rappresentano sempre di più un valore aggiunto da cui non si può prescindere per un “nuovo” mercato immobiliare.