Il 26 novembre scorso sono stati presentati i risultati del XIII Osservatorio Permanente sulla Pubblica Amministrazione Locale (OPPAL) realizzato dal Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano.
L’osservatorio, che si bassa sulla collaborazione delle pubbliche amministrazioni locali mediante la somministrazione di un questionario d’indagine ai 107 Comuni italiani capoluogo di provincia, indaga le procedure urbanistiche ed edilizie adottate e approfondisce il tema dell’efficienza dei processi concessori analizzando tutte le risorse e procedure messe in campo dal soggetto pubblico per l’iter di concessione urbanistica.
Alla ricerca di quest’anno hanno partecipato 38 capoluoghi di provincia su un panorama delle 107 amministrazioni coinvolte e localizzate su tutto il territorio italiano, in linea con il livello di
partecipazione delle precedenti edizioni.
Il temA dell’efficienza dei procedimenti concessori è stato approfondito analizzando i seguenti elementi:
- Le tempistiche per il rilascio delle autorizzazioni urbanistiche ed edilizie;
- Il numero delle pratiche gestite dalle pubbliche amministrazioni nel 2019;
- Le modalità e gli strumenti forniti dalle amministrazioni per il reperimento della documentazione e delle informazioni necessarie;
- Il numero dei funzionari addetti alle pratiche urbanistiche;
- Il valore degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria;
- La monetizzazione degli standard.
Solo alcuni dati. Secondo quanto emerge dall’analisi dei questionari, i piani attuativi istruiti sono stati in media 6, in linea con quelli registrati negli anni precedenti. In calo rispetto ai dati del 2018, il numero degli addetti dedicati che si attesta mediamente sulle dieci unità, così come il numero degli addetti alle pratiche edilizie.
Per quel che riguarda le tempistiche, i dati che emergono dall’analisi sono in linea con quelli degli anni precedenti: 13 giorni per il certificato di destinazione urbanistica, 7,5 mesi per l’approvazione del piano attuativo, mentre il tempo medio che trascorre tra la presentazione di una domanda di permesso di costruire e il suo rilascio o eventuale diniego è di 81 giorni.
Nell’edizione di quest’anno è stata, inoltre, indagata la propensione delle pubbliche amministrazioni all’utilizzo delle piattaforme digitali per la gestione delle pratiche edilizia: quasi il 90% ha risposto positivamente.
Lo scenario che viene fornito dall’osservatorio è quello di un settore, quello della pubblica amministrazione, che sembra anche nelle realtà di maggiore dimensione non adattarsi ai tempi che inevitabilmente si fanno sempre più ristretti soprattutto per operazioni che necessiterebbero di un lack temporale molto più compresso perché i piani economici sottostanti mantengano la loro sostenibilità.
L’approfondimento di questa edizione è stato dedicato al tema degli strumenti finanziari alternativi che possono essere messi in campo dalle pubbliche amministrazioni per il finanziamento di opere o eventi di pubblico interesse, senza incidere sul patto di stabilità. Ma tra tutti gli strumenti possibili l’attenzione si è concentrata sugli strumenti obbligazionari, tipicamente green bond, social bond e sustainability bond, e sul contributo che può venire dal civic crowdfunding.
I primi hanno una mission ben definita dalle linee guida seppur non vincolanti, delineate a livello internazionale: in particolare, i proventi derivanti da tali strumenti vengono impiegati per finanziare o rifinanziare progetti ambientali o sociali che combinano entrambe le caratteristiche che le pubbliche amministrazioni hanno in pipeline.
Il Civic Crowdfunding, già utilizzato nel settore del real estate nella sua versione “privatistica”, può essere uno strumento utile per gli enti locali per raccogliere capitali per progetti specifici tramite delle piattaforme online, con modalità di intervento diverse.
Come dimostrano i dati raccolti nel rapporto, l’utilizzo delle forme di finanziamento alternative non sono ancora ad appannaggio delle pubbliche amministrazioni, nemmeno di quelle di dimensioni maggiori.
Le forme alternative di finanziamento possono rappresentare un ulteriore passo avanti nel processo di evoluzione cha sta coinvolgendo le città e l’attività di tutti i principali stakeholder, in particolare per quelle operazioni che coinvolgono a largo raggio la controparte privata. Non a caso, questi strumenti spesso si abbinano ad operazioni ad elevato impatto innovativo con l’obiettivo della sostenibilità, così come illustrato da Piero Pelizzaro, Chief Resilience Officer del Comune di Milano.
In un contesto di razionamento dei fondi destinati agli investimenti che possono avere un impatto sociale importante gli strumenti della raccolta dei fondi sul mercato dei finanziamenti alternativi ed il project financing nella sua accezione più completa possono rappresentare una buona leva per trovare i fondi necessari a portare avanti processi infrastrutturali importanti dal punto di vista sociale e/o ambientale che altrimenti non troverebbero il finanziamento necessario.