real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Un agosto strano, per molti influenzato dal timore per il ritorno dei contagi da Covid-19… luoghi di villeggiatura piene e citta d’arte prive di quel nutrito “manipolo” di stranieri che rappresentano da sempre il bacino di utenza più affezionato alle nostre bellezze.

In questo scenario, fanno capolino le località di vacanza tipiche degli anni settanta/ottanta ritornate di interesse e seconde case da tempo inutilizzate hanno riaperto imposte: insomma tutto ciò che viene identificato con il termine più aulico di turismo di prossimità.

La sensazione di tempo sospeso che ha caratterizzato la nostra primavera continua a pervadere una Milano svuotata di turisti e una Venezia immobile e tragicamente silenziosa nella sua viscontina bellezza, in attesa che il Festival del Cinema possa celebrare un rinnovato ritorno alla vita.

Vita che necessariamente non sarà come prima e che ancora per un po’ sarà tenuta sotto scacco dalla minaccia di un nuovo periodo di lockdown in caso di risalita del numero dei contagi.

E’ in questo scenario che sto trascorrendo anche io la mia feria d’agosto, con un ritorno alle origini per un più prolungato periodo di tempo (non il solito mordi e fuggi del weekend). Ritorno alle origini e riscoperta di luoghi e sensazioni che anche se sedimentate in me erano quasi dimenticate.

Il ritorno combacia con la rinnovata voglia di scoperta o meglio di riscoperta delle mie amate colline, dei mille tornanti e degli scorci più inaspettati.

Proprio di questo girovagare vi voglio raccontare. Mèta del mio primo giro nella rima giornata di vacanza: Cortemilia. Patria indiscussa della nocciola tonda e gentile del Piemonte, miniera della prestigiosa pietra di Langa e mio nuovo posto del cuore.

Mi ritrovo a scoprire in un caldo pomeriggio di metà agosto le vie del centro storico di questo “paesone” attraversato dal nostro fiume e ad ogni angolo una sorpresa: una mostra d’arte.

In effetti ad essere sinceri, le mostre che sono a calendario nel mese di agosto, mese dedicato fino allo scorso anno alla sagra, divenuta oggi fiera nazionale della nocciola hanno popolato edifici storici ed esercizi commerciali non più utilizzati. A cartellone anche una selezionata scelta di aperitivi letterari con autori di rilievo nazionale e locale con vista sulla piazza dove ha sede la pasticceria dove viene prodotta la famosa torta di nocciola, prelibatezza culinaria tipica della cucina langarola.

Un cartellone che nonostante le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria, porta ai fortunati frequentatori del luogo a godere di beni “preziosi” come la cultura, l’arte e l’enogastronomia.

Una sorta di wellness di territorio che ha trovato nel cuore delle Langhe un’amministrazione preparata e raccontare una storia di bellezza, sacrificio e impegno.

Sta proprio in una questa volontà di raccontare, che si sente camminando sotto i portici della cittadina, nel senso dell’ospitalità con cui si assapora un calice di Alta Langa e un assaggio di insalata russa o bagnetto verde la chiave di lettura per una località che non proprio famigliare al grande pubblico se non per un fortuito “errore” di un famoso presentatore televisivo che l’aveva collocata altrove e non nella ricca e affascinante “provincia granda”.

Sta alle località d’intorno guardare a quanto fatto dall’amministrazione di Cortemilia e prendere ispirazione per promuovere in una logica di rete e di marketing territoriale i propri territori valorizzando quanto c’è di unico nei nostri paesi. Il modello che declinato secondo le peculiarità locali ha registrato in molti casi una buona performance in termini di attrazione degli investimenti e di incremento dei flussi di turisti.

E come raccontava Anguilla, protagonista de “La luna e i falò”, ero venuto per riposarmi un quindici giorni e càpito che è la Madonna d’agosto.