real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Tre anni fa proprio in questi giorni, prendeva avvio l’avventura del mio blog e del mio avatar scrivano “Virginialunare” che ha accompagnato la repentina trasformazione della mia vita professionale.

Un’avventura ricca di significati per me e che spero abbia interessato qualcuno degli “sventurati” che hanno deciso di leggere i miei pezzi.

Il terzo anniversario del mio blog assume tuttavia un significato diverso. Tre anni fa l’articolo d’esordio aveva ad oggetto la presenza degli operatori italiana sulla passerella del MIPIM a Cannes, che si svolge abitualmente nella seconda settimana di marzo nella località della Côte d’Azur. Il tema ha accompagnato anche nei due anni a seguire il proprio destino delineando sempre di più l’importanza del mercato italiano per gli investitori istituzionali internazionali.

Quest’anno per ovvi motivi, il consueto pezzo viene a mancare e il clima che mescola sapientemente business e glamour rivierasco non è, in questo anomalo mese di marzo, che un ricordo di une belle époque.

Adesso, chi più chi meno, abbiamo riconvertito i nostri spazi casalinghi per affrontare una diversificazione di asset class immobiliare, che vede convivere nella stessa unità immobiliare ufficio, scuola e casa.

Ci si divide, più o meno, equamente gli spazi e si tende a trascorrere un tempo dilatato in stanze che vengono abitualmente utilizzate solo per porzioni relativamente brevi di tempo, soprattutto in settimana.

Il tavolo della mia cucina, ad esempio, è posseduto da apparecchiature elettroniche che mi consentono di dialogare con i colleghi e con mia mamma a 180 chilometri di distanza.

Manca, e questo è innegabile, il ritmo scandito di casa/ufficio e questo stravolgimento porta a rimpiangere il traffico e il rischio connesso a cambiamenti atmosferici improvvisi.

Al di là di queste banali considerazioni, quello che questo nemico invisibile ha portato è un vero e proprio stravolgimento: abbiamo capito che le case possono diventare uffici efficienti anche grazie alle dotazioni di infrastrutture informatiche ormai di default nelle abitazioni della maggior parte di noi.

Quali saranno nei mesi a venire l’impatto che questo rallentamento dell’attività economica nel suo complesso e del mercato delle costruzioni e del real estate?

Il mercato del real estate saprà riprendere con forza il proprio percorso? Quali realtà nazionali sullo scacchiere internazionale riusciranno meglio di altre a reagire a questa terribile calamità che ci vede prigionieri nelle mura domestiche?

Quello che sicuramente emerge da questa situazione è che infrastrutture sanitarie efficienti e dotate di servizi sono fondamentali, perché anche quando il Covid19 lascerà il pianeta e diventerà parte dei libri di scuola non potremo più considerare gli avvenimenti epidemici un retaggio di un lontano passato.

L’emergenza ci ha insegnato che la burocrazia può essere alleggerita e che il paese ha le potenzialità per reagire con una forza estrema ad eventi che stravolgono il ritmo usuale del ciclo produttivo.

Le strutture direzionali che sono state le vere protagoniste del mercato del real estate di questi ultimi anni forse ne usciranno ridimensionate, in considerazione del fatto che lo smart working diventerà una prassi per molte realtà aziendali che fanno della fiducia sul personale e sulla sua professionalità uno dei driver di crescita.

Il contraente debole in questo scenario è, a mio avviso, il mondo del commercio soprattutto quello di piccole dimensioni che rischia di uscire nella generalità dei casi pesantemente ferito dalla crisi che questo isolamento porta con sé.

Quello che è certo che l’attuale situazione cambia le priorità e quando usciremo da questa tempesta non saremo più come quando ci siamo entrati.