real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Il nuovo anno si apre per il settore delle costruzioni con la presentazione dell’Osservatorio Congiunturale di ANCE, a cura dell’Ufficio Studi che mette il punto sui risultati del 2019 e fa delle previsioni sui possibili risultati dell’anno appena iniziato.

Innanzitutto, i dati dell’Osservatorio Congiunturale sono le seguenti:

  • Gli investimenti in costruzioni nel 2019 hanno segnato un incremento del 2,3% rispetto al 2018.
  • La stima per il 2020 degli investimenti in costruzioni segna un +1,7% rispetto al 2019, a cui contribuisce una crescita attesa degli investimenti del settore dell’edilizia abitativa del +2,5% e un incremento degli investimenti in manutenzione dello stock abitativo esistente del +1,5%.
  • Il settore della riqualificazione rimane anche per quest’anno il comparto che fa registrare un segnale positivo, grazie al mantenimento nei provvedimenti del governo per gli adeguamenti coperti da sismabonus, ecobonus e bonus facciate,
  • Nel settore pubblico è prevista una crescita del +4% per effetto della ripresa dei bandi di gara, i grandi assenti di questi anni,
  • Anche se i dati di mercato evidenziano anche per l’anno appena passato una crescita del numero delle compravendite che si sono attestate a quota 600.000, a cui però non corrisponde una crescita nel numero dei permessi di costruire che nel primo trimestre 2019 sono diminuiti nell’edilizia residenziale dello 0,9%,
  • Il tutto in un contesto di economia nazionale che non si è ancora ripresa dallo shock della crisi e che anche per il 2019 ha fatto registrare un tasso di crescita prossimo allo zero.

La situazione descritta dal Centro Studi dell’ANCE fornisce una fotografia precisa di un settore che si è fisiologicamente trasformato, e che nonostante l’ondata della crisi più profonda è passata non smette di pagare un prezzo elevato in termini di imprese e di lavoratori fuoriusciti dal mercato.

Il tessuto imprenditoriale si è trasformato ed è oggi composto da imprese sempre più piccole con una decisa inclinazione verso settori attinenti ai lavori di costruzione specializzati.

Lo scenario attuale è caratterizzato da una polarizzazione tra le grandi iniziative di  rigenerazione e di nuovi sviluppi urbani da una parte, mentre dall’altra si posizionano le opere di riqualificazione che spesso si identificano con la micro-riqualificazione.

Questa tendenza è testimoniata anche dai dati sull’andamento degli investimenti in real estate nel nostro paese, che secondo quanto emerge dai dati presentati da CBRE hanno “superato”, nel 2019, il valore record di 11,2 Miliardi di € del 2017 e hanno raggiunto i 12,3 miliardi di €.

Gli investitori credono ancora nel mercato del real estate e nell’attrattività delle nostre aree urbane, con il 73% del mercato in mano a investitori non domestici, mentre gli operatori domestici sembrano avere ancora un atteggiamento conservativo.

Sul podio delle location di maggiore importanza per gli investitori c’è sempre Milano che ha segnato, nel 2019, una crescita degli investimenti del +44% rispetto al 2018, registrando una grandissima domanda per tutte le opportunità di investimenti (core, core +, value-add), con prezzi in salita e cap rate in discesa. Diversa la situazione registrata nella Capitale che ha registrato un andamento in linea con quello del 2018, mentre in crescita risulta la quota degli investimenti nel resto del paese con l’emergere dell’interesse degli investitori per il mercato alberghiero che per naturale conformazione del nostro paese è diffuso su tutto il territorio.

Questo è lo scenario in cui le imprese più strutturate devono imparare a dialogare con un nuovo genere di committenza, cercando di muoversi in direzioni diverse, come ad esempio l’industrializzazione del processo produttivo, l’integrazione della filiera e il Project Management.