real estate

La stagione dei convegni del settore del real estate chiude come da tradizione sulla piazza milanese con la presentazione del Rapporto sul Mercato della Lombardia a cura di Scenari Immobiliari in collaborazione con Casa.it.

Appuntamento, che da alcuni anni, punta i riflettori su come è andato il mercato del real estate e delle costruzioni nella regione che ad oggi rappresenta il fiore all’occhiello del mercato nazionale e a Milano, nello specifico, come unica città italiana in grado di competere sullo scenario internazionale.

Le voci che si rincorrono da alcune settimane confermano anche per quest’anno una cifra  interessante dal punto di vista degli investimenti istituzionali che sono gravitati sul nostro paese superando anche il valore soglia del 2017.

La stessa energia positiva si respira nel segmento delle compravendite residenziali che  dimostrano come la Lombardia, nella sua quasi totalità eccezion fatta per Mantova e per Sondrio, abbia decisamente invertito il ciclo registrando una crescita consistente del valore delle transazioni.

Se appare scontato e quasi superfluo dare evidenza del dato del capoluogo, anche altre città hanno segnato valori interessanti dimostrando che il territorio nel suo complesso è in grado di
attrarre residenti sulla scia della forza attrattiva di Milano, come polo in termini di formazione di eccellenza e location di importanti e diversificate attività economiche.

Un mercato quindi profondamente vivace sostenuto dalla normativa regionale in tema di riqualificazione urbana e che vede proprio nella rigenerazione di interi parti di città il driver per la crescita e la ripresa.

Il passato industriale di molti centri urbani, la necessaria riconversione di aree ex produttive e ore dismesse e la definizione di nuove centralità consentono al mercato di meglio plasmarsi sulle nuove esigenze in termini di prodotti che possono essere d’appeal per gli investitori, che iniziano ora a guardare con interesse anche al settore del living in tutte le sue diverse forme.

In questo scenario Milano avrà con ogni probabilità occasioni di rigenerazione per i prossimi cinque-dieci anni con la possibilità di trasformarsi e riqualificarsi ulteriormente. Trasformazione e riqualificazione che trovano già oggi il proprio viatico nell’amministrazione comunale pronta a valutare anche trasformazioni radicali di edifici e infrastrutture importanti in diversi centri nevralgici della città. Ne è esempio, la riqualificazione e trasformazione annunciata oggi sulla stampa dello storico Garage Sanremo nella storica via Zecca Vecchia, a pochi metri da Piazza del Duomo. Un’operazione di rigenerazione che trasformerà l’autorimessa e annessa officina in un hotel di lusso, corredato di servizi e parcheggi. Una trasformazione a cui l’edificio si è preparato nel corso di questi anni ospitando, in occasione della settimana del design, interessanti eventi ed installazioni artistiche.

Se questa è lo scenario in cui si muovono gli investitori, vive tuttavia una dicotomia tra il mondo del real estate e il mondo delle imprese di costruzioni, che a valle della crisi che ha colpito il settore, non ha ancora ripreso “quota”. Nel panorama delle imprese di costruzione, infatti, la rinomata fascia di medie imprese che hanno storicamente caratterizzato il settore si sta via via assottigliando portando alla polarizzazione tra le aziende di natura artigiana che dialogano con il mondo dei privati e le imprese più strutturate che per dimensione, propensione alla comunicazione e standard qualitativi in fase di progettazione e realizzazione
“parlano” la stessa lingua degli investitori.

Per quanto sia profondamente convinta che il territorio nazionale nel suo complesso possa presentare interessanti opportunità di investimento, è innegabile che la velocità con cui Milano e la quasi totalità della Lombardia corre non ha uguali.

Parafrasando il primo bellissimo film del maestro Antonioni “Cronaca di un amore” che  fotografava la Milano del secondo dopoguerra, grigia ma in profonda trasformazione ma già centro di alcune élite imprenditoriali e culturali, anche questo racconto potrebbe intitolarsi “Cronaca di un amore tra il real estate e la Lombardia”.