real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Per il secondo anno consecutivo il Palazzo del Ghiaccio di Milano ha visto pattinare nei sui spazi il mondo delle costruzioni. Costruzioni nel senso vero e proprio del termine, in quanto il FIDEC che nasce da un’idea “controcorrente” di Jury Franzosi – direttore della territoriale di Varese dell’ANCE – vede il coinvolgimento oltre che della principale territoriale del sistema Assimpredil ANCE anche di tutto il sistema associativo riconducibile al codice ATECO F.

E siccome il mondo delle manifestazioni fieristiche o dei momenti di incontro e scambio è profondamente cambiato, al FIDEC è stato scelto di lasciare spazio a molti incontri sui diversi temi che possono impattare sul settore (finanza innovativa, tecnologia, BIM, economia circolare, reti d’impresa, ecc.) prediligendo la formula di diversi slot contemporanei della durata di massimo trenta minuti.

La possibilità per i partecipanti alla manifestazione di muoversi tra i diversi spazi dedicati agli incontri favorisce l’incontro e il confronto: tra un caffè, una meringa e una pralina (delicatezze gastronomiche molto apprezzate) ci sia scambia le ultime notizie sia aziendali che di settore e si parla di nuovi progetti che nella migliore tradizione trovano nella casualità e nell’empatia le condizioni favorevoli per il loro sviluppo.

La manifestazione ricorda un po’ quelle piazze dove ci si incontra e ci si racconta, un’agorà per una platea di persone che corre perennemente alla ricerca di un prodotto che sia in grado di soddisfare le esigenze di una domanda sempre più differenziata e che consenta alla propria realtà di conservare un ruolo nel sempre più convulso mondo delle costruzioni e del real estate.

I driver che in questo momento sono di maggior rilevanza per il settore sono quelli  che a spizzichi e bocconi ci siamo già detti altre volte: innovazione di prodotto e di processo, attenzione ai cambiamenti della domanda, spinta verso la sostenibilità intesa sia dal punto di vista ambientale che sociale ed economico. Driver che hanno un luogo comune di incontro che è quello delle città: piccole, grandi, attrattive oppure no, dilaniate dalle intemperie o dai disastri o al centro delle attenzioni degli investitori.

La digitalizzazione che pervade sempre più le nostre attività condiziona il settore delle  costruzioni per il rispetto di standard qualitativi, di tempistiche e dei desiderata della committenza. Il tema del proptech che prepotentemente sta facendo il suo ingresso in tutte le fasi del processo costruttivo, quello del bien être, la necessità di disegnare spazi che siano modulabili e trasformabili alla perenne ricerca di una modularità in grado di soddisfare le sempre più mutevoli esigenze.

Il mondo della finanza che, dopo l’ubriacatura dannosa degli anni a ridosso della crisi del 2008, inizia a guardare con rinnovato interesse al mondo delle costruzioni: un mondo che ha dovuto imparare a sue spese che il vento era cambiato e che il dogma “facciamo così da cinquant’anni” non può più essere valido per ogni aspetto della vita aziendale. Da ciò la faticosa ricerca di un metodo per comunicare la realtà sensibilmente più difficile delle industrie manifatturiere; metodologia che porta anche il mondo della finanza a guardare con rinnovato interesse questo settore così difficile ma così estremamente bello.

Occasione di scambio, condivisione e contaminazione in tutte le intonazioni della nostra lingua, e che in un settore che vede Milano “caput mundi” ha avuto modo di raccontare esperienze interessanti per tutto lo stivale, cogliendo anche in questo senso la voglia e il saper fare del settore.

Uno degli aggettivi che ultimamente viene utilizzato frequentemente è disruptive. Il profondo cambiamento che il settore si è trovato ad affrontare può essere identificato con questo aggettivo: certe imprese che, nonostante tutto, hanno creduto nell’innovazione e nella trasformazione possono essere identificate aggettivate in questo mondo. Lo può essere anche un mondo associativo moderno che, scrollatosi di dosso la polvere della storia, reinterpreta in modo innovativo il proprio ruolo di sparring partner delle imprese.