La presentazione del quinto rapporto sulla filiera dei servizi immobiliari in Italia e in Europa realizzato da Scenari Immobiliari assume a distanza di soli quattro anni dalla sua prima edizione connotati profondamente differenti e innovativi, come ha sottolineato Mario Breglia – Presidente dell’istituto di ricerca.
Se solo fino a poco tempo fa, i servizi immobiliari si identificavano prevalentemente con l’attività di intermediazione, anche nel nostro paese il segmento dei servizi immobiliari sta assumendo via via la vera propria forma dell’industria dei servizi. Un’industria che consente, seguendo la logica operativa di altri settori, di offrire al cliente finale di qualsiasi natura un prodotto sempre più performante e su misura.
E se il mercato degli uffici e del retail, soprattutto di nuova generazione, è sistematicamente associato al tema della gestione organizzata per effetto del property e del facility management, la crescente importanza del settore residenziale nelle sue diverse sfaccettature, con forme di residenzialità specifiche quali lo student e senior housing o il il co-living, fa emergere la domanda di questi servizi anche per questa asset class dove cresce sempre di più, anche nel nostro paese, il fenomeno della locazione.
Via via l’evoluzione dei servizi legati all’immobiliare fa il paio con la trasformazione della domanda che, nonostante la parcellizzazione delle proprietà immobiliare sia ancora dominante, vira sempre di più, soprattutto nelle grandi città, verso modelli di gestione organizzata.
Se è questo è un elemento incontrovertibile, è altrettanto vero che si stanno diffondendo sempre di più alcuni modelli di consumo dei beni che tradizionalmente erano legati al tema della proprietà. L’esempio più immediato può essere quello dell’automobile: se il noleggio a breve o lungo termine era poco usale fino a qualche tempo fa, la voglia di avere un prodotto all-inclusive e sempre performante pagando un unico canone ne ha fatto oggi uno strumento molto comune.
Emerge, quindi, un approccio al consumo dei beni funzionali alla nostra vita quotidiana con una logica che porta ad identificare anche il bene immobiliare come un bene strumentale da cui ci si attende qualità, efficienza e tempestività nelle risposte.
D’altro canto, in un panorama di clientela istituzionale diversificata non abituata ai cavilli normativi legati al mondo immobiliare, alle società che si occupano di servizi immobiliari vengono richiesti sforzi che vanno ben al di là della funzione specifica che sono chiamati a svolgere. Proprio in questa direzione, infatti, si muove tutto il comparto dei servizi immobiliari integrando al loro ruolo specifico un’attività di counselling e accompagnamento per l’interlocutore finale.
Se è vero, come ho scritto recentemente, che l’innovazione e la tecnologia stanno profondamente stravolgendo il settore del real estate e delle costruzioni, una delle componenti che maggiormente ne subisce gli effetti è sicuramente il comparto dei servizi. In questo contesto, la crescente diffusione del termine proptech non è frutto di una fascinazione per il ruolo della tecnologia in tutti gli ambiti della nostra vita, ma anche e soprattutto la crescente diffusione di supporti e piattaforme che consentono una condivisione dei dati ed un
efficientamento dei processi. Il BIM, in primis, la gestione di interventi immobiliari complessi per il tramite di piattaforme informatiche, ed infine il gemello digitale di un qualsiasi immobile consentono di ottimizzare la funzionalità degli edifici sia nella fase di progettazione e costruzione che anche e soprattutto nella fase di gestione e manutenzione.
Tuttavia, pur avendo subito come tutti coloro che operano in questo settore, il fascino “per niente” discreto della tecnologia sull’industria concordo con Micaela Musso – Direttore Generale di Abaco Team – che al termine del suo intervento ha sostenuto che per quanto l’intelligenza artificiale sembri poter soppiantare l’intelligenza umana ci saranno sempre ambiti e contesti dove l’uomo avrà a meglio sulla macchina.
Picture by Basile Morin – Own work, CC BY-SA 4.0