real estate

L’estate volge al termine, lascia spazio ai colori dell’autunno, alle prime rinfrescate serali, agli ultimi strali delle feste e sagre che rappresentano il filo conduttore della stagione estiva in tutto il territorio nazionale.

Chiudo il mio percorso narrativo tra “queste colline che han fatto il mio corpo1” da dove sono partita: Spigno Monferrato.

Da alcuni anni, il primo appuntamento della quattro giorni di manifestazioni settembrine ha a che fare con la cultura e con la “musica alta” che ben si confà ad uno spazio affascinante e iconico come il sagrato della chiesa patronale di Sant’Ambrogio, grazie anche all’expertise del maestro Benedetto Spingardi Merialdi. L’edizione di quest’anno ha avuto un protagonista d’eccezione: l’organo della chiesa, magistralmente sfiorato dalle mani del maestro Luca Ferrari (contitolare degli Organi della Cattedrale S. Lorenzo di Genova).

L’organo è stato protagonista, nei gironi scorsi, di molti articoli di stampa qualificata che hanno puntato l’attenzione sull’attività di restauro che ha portato a nuova vita lo strumento, trovando nel sostegno economico di alcune importanti istituzioni e dei privati i mezzi finanziari necessari per il recupero dello strumento. Inoltre, si è posta l’attenzione sull’importanza che l’attuale amministrazione comunale ha dichiarato, nelle parole del primo cittadino, riconoscere ad un pezzo di storia del paese per attrarre i turisti in una terra di mezzo che non ha quasi mai vantato una natura turistica.

Quello che da osservatore esterno trovo affascinante è come un singolo oggetto possa contribuire in modo determinante ad un efficace azione di marketing e di valorizzazione territoriale.

Sicuramente un’azione non facile sia per mancanza di un percorso continuativo di iniziative di promozione del territorio, ma non per questo impossibile se guidata con volontà ed impegno.

La realtà di un contesto che vuole intraprendere questa strada che prevede l’impegno di tutti gli stakeholder del territorio, sebben non semplice, è facilitata in parte dell’ausilio che la tecnologia e diffusione di strumenti di comunicazione che ci fanno essere tutti ovunque può apportare ad una efficace strategia di marketing.

L’economia della cultura produce un moltiplicatore economico di 1,8: un euro investito nel settore culturale inteso in senso lato (arte figurative, musica, teatro, letteratura e saggistica) ne produce 1,8 sugli altri settori economici producendo una ricaduta immediata sul territorio.

Azione di promozione territoriale che deve tenere, a mio parere, in considerazione alcuni elementi di natura economica da cui non si può prescindere.

  • Il contesto economico del territorio ha perso nel corso degli ultimi trent’anni le attrattive che lo hanno caratterizzato per quasi cinquant’anni grazie alla presenza di un’azienda di rilievo internazionale che catalizzava risorse e persone.
  • L’economia si sposta sempre di più su attività legate al mondo dei servizi, in particolare di natura ricettiva, grazie ad un territorio e un contesto enogastronomico di livello.
  • Il mercato immobiliare, complice, un progressivo abbandono che ha caratterizzato per molto tempo quest’area e in linea con quanto registrato in tutta la regione, ha valori contenuti che possono tuttavia rappresentare un driver per attrarre investitori stranieri o italiani, interessati a godere di un territorio dai ritmi più lenti e le sinuosità delle colline.
  • L’economia della cultura produce un moltiplicatore economico di 1,8: un euro investito nel settore culturale inteso in senso lato (arte figurative, musica, teatro, letteratura e saggistica) ne produce 1,8 sugli altri settori economici producendo una ricaduta immediata sul territorio.

Per il buon esito di un’azione di promozione territoriale, agli elementi di contesto sopra elencati, si assommano altri fattori quali la disponibilità di strumenti finanziari per la promozione della cultura e del territorio che sono messi a disposizione dall’Unione Europea, l’attenzione che molti investitori, sull’onda dell’attenzione alla sostenibilità, pongono al tema del recupero delle infrastrutture culturali e soprattutto non si può prescindere da un driver immateriale, ma fondamentale come la “voglia di fare” delle istituzioni locali.

In questo scenario, è dal mio punto di vista, fondamentale fare rete con le altre realtà territoriali, arricchendo il cartellone delle iniziative che vivacizzano il territorio, soprattutto nel periodo estivo. Il track record di iniziative come ad esempio la “Via del Sale” o “TrasformAZIONI”, manifestazioni che hanno coinvolto sotto l’egida della cultura molti territori, è stato più che positivo e portano a considerare la collaborazione tra i diversi territori come uno dei driver per la valorizzazione.

1 “Incontro” – C. Pavese, 1932