real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Consueto appuntamento ieri, per la presentazione del Rapporto 2019 su “I Fondi immobiliari in Italia e all’estero” di Scenari Immobiliari giunto ormai alla 34esima edizione, che ha fornito alla numerosa platea degli ospiti presenti in sala una fotografia dell’industria della finanza immobiliare. I risultati emersi dalla dettagliata analisi che spazia tra tutti gli strumenti che il mercato mette a disposizione ha restituito un’immagine di un’industria importante a livello mondiale che riporta finalmente il settore immobiliare al centro delle strategie di investimento con un nuovo protagonista tra le asset class di riferimento, ovvero il segmento del residenziale, visto in tutte le sue accezioni e sfaccettature.

L’industria della finanza immobiliare ha raggiunto a livello mondiale numeri importanti (2.930 miliardi di Euro), in aumento del 3,5% rispetto ai valori registrati nell’anno precedente, e vede sul gradino più alto del podio gli Stati Uniti che a livello globale pesano per circa il 60%. Anche in Europa, il settore registra performance all’insegna della crescita con un incremento per il 2018 oltre i dieci punti percentuali, in continuità con quanto registrato nel 2017, che ha rappresentato per il settore immobiliare “l’anno dell’oro” in termini di investimenti.

Nel nostro Paese, l’industria immobiliare, decisamente più giovane, rispetto a quella della maggior parte dei paesi analizzati, racconta di un settore che ha fatturato nel corso del 2018, attraverso le SGR che gestiscono i diversi veicoli, circa 420 milioni di euro, portando un notevole contributo in termini di addetti importanti. Nel 2018, gli acquisti sono stati pari a 6,1 miliardi di euro a fronte di 3,5 miliardi di dismissioni.

L’analisi è basata anche sul contributo che le SGR aderenti alla ricerca hanno fornito tramite la compilazione di un questionario, con una partecipazione del 90%. Quello che ne emerge è una evidente dicotomia tra le aspettative del settore nella sua specificità e quelle dell’economia nazionale.

Se è verto, infatti, che i gestori non vedono prospettarsi un cielo roseo per l’economia del nostro paese, dove la produzione manifatturiera soffre e le incertezze del clima politico pesano sul sentiment dell’economia, le previsioni per il settore immobiliare sono all’insegna della stabilità o del miglioramento, trainato anche dall’attenzione che gli investitori internazionali continuano a riservare all’ Italia.

Nelle parole del presidente di Scenari Immobiliari, Mario Breglia, si disegna un settore che sta operando all’insegna della prudenza, dove i rendimenti per le asset class che hanno catalizzato i flussi di investimento negli ultimi anni si stanno assottigliando, che guarda con interesse verso prodotti che potrebbero essere definiti secondari ma che presentano un profilo di rendimento più elevato. La grande sorpresa per quest’anno è, ad esempio il settore residenziale, “dimenticato” per anni dagli investitori che nonostante rendimenti non particolarmente elevati garantisce continuità nel tempo: l’obiettivo degli operatori del settore è quello di arrivare entro tre anni ad avere un patrimonio dei fondi pari a 80 miliardi, posizionando l’Italia nelle prime tre posizioni della classifica europea.

Il mutato contesto di mercato porta, inevitabilmente, gli operatori a prendere in considerazione anche settori poco esplorati negli anni precedenti come ad esempio il settore alberghiero con previsioni di incremento dei prezzi a doppia cifra anche in considerazione di un’evoluzione del settore turistico, soprattutto in alcune aree del nostro paese, all’insegna di un prodotto nuovo che vada incontro alle desiderata di una vasta gamma di clientela soprattutto internazionale, sempre attratta dai tesori naturalistici ed artistici della penisola.

Inoltre, i mutamenti socio-demografici portano alla ribalta il settore residenziale inteso nella sua accezione più ampia, ovvero all’insegna delle diverse forme di residenzialità che lentamente stanno prendendo piede anche nel nostro paese. Meno sviluppato il segmento del real estate legato al leisure, forse perché lontano dalle abitudini dei consumatori italiani, anche
se non è da escludere che nei prossimi anni possa emergere un interesse da parte degli operatori per settori “diversi” come quello che si sta manifestando ora con il comparto residenziale. Prossimo appuntamento per la seconda metà del mese di novembre dove verrà fatto il punto sull’andamento dell’industria in questa prima metà dell’anno.