real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Poco più di un anno fa ho avuto modo di scrivere un pezzo su una delle operazioni di partnership pubblico privato, a mio avviso,  più interessanti nel panorama italiano, ricco di patrimonio artistico da riqualificare e “povero” di esempi virtuosi: La riqualificazione della Villa Reale di Monza ad opera Italiana Costruzioni S.p.A., uno degli operatori maggiormente qualificati che dopo l’esperienza nel capoluogo della Brianza ha proseguito la sua collaborazione con gli enti pubblici locali portando a termine nel mese di maggio il restauro in leasing in costruendo di Villa Borromeo ad Arcore.

La Villa Reale di Monza ritorna oggi agli onori della cronaca per l’iniziativa di Luxottica che per un mese “invaderà” pacificamente le sale della villa con i propri prodotti.

Il colosso internazionale dell’ottica ha infatti affittato, per tutto il mese di novembre, tutti gli spazi della Villa, ad eccezione del Serrone, per ospitare i Luxottica Days, occasione di incontro con i clienti a cui presentare le collezioni 2019.

Non è la prima volta che il gruppo veneto individua in una location esclusiva come uno degli esempi del cultural heritage nazionale: prima sono stati Veneria Reale e la viscontiniana Villa Erba a Cernobbio.

Ma torniamo alla Villa Reale di Monza, dove verranno esposti 40.000 nuovi modelli di occhiali. L’accordo firmato dalla società che ha in concessione il corpo centrale della villa ha avuto il via libera dal consorzio di gestione, presieduto dal sindaco della città di Teodolinda. I numeri per l’affitto della villa non sono stati resi noti ma al consorzio è stato riconosciuto un corrispettivo per il mancato guadagno dei biglietti per l’accesso agli appartamenti di Umberto e Margherita pari a 14.000 € e 11.000 € per l’affitto di una porzione dei giardini reali.

Secondo quanto reso noto dall’amministrazione comunale l’evento organizzato da Luxottica porterà nel capoluogo brianzolo circa 500 visitatori al giorno.

Ma proprio da questo fatto è ripartita una polemica che non si è mai spenta dal momento della sigla dell’accordo con Italiana Costruzioni S.p.a. per la ristrutturazione e la messa in sicurezza della Villa e la conseguente concessione per 20 anni alla società per ripagare una parte degli imponenti e ben riusciti lavori di ristrutturazione.

A mio parere quello che deve essere preso in esame e considerazione è l’utilizzo che la cittadinanza e i brianzoli in generale fanno della villa, uno dei tesori di architettura neoclassica più importanti nel panorama nazionale e quanto essa sia inserita nei tour turistici. La contrattualistica a supporto delle operazioni di partnership pubblico privato disciplina in modo dettagliato le attività e gli usi che il bene oggetto del contratto può ospitare. Quello che deve essere preso in considerazione è il fatto che la città nel suo complesso deve costruirsi un’immagine turistica che non ha mai avuto, se non per i tre giorni del Gran Premio d’Italia di Formula 1. I dati, secondo quanto dichiarato da Roberto Scanagatti alla guida della città al momento della fine dei lavori, parlano di un calo drastico dei visitatori negli ultimi quattro anni, periodo che invece ha visto un graduale e costante aumento dei turisti a Milano tanto da farla diventare un’altra meta turistica d’impatto per il settore a livello nazionale. Ma se Milano e Monza distano solo pochi chilometri allora perché i turisti vanno solo a Milano e non si spingono a scoprire le bellezze della capitale della Brianza?

Al di là delle polemiche, gli stakeholders del territorio dovrebbero lavorare insieme per far sì che la Villa reale di Monza, la cappella Zavattari e l’Autodromo diventino parti integranti dei tour turistici che gravitano su Milano.

So che è opinabile ma personalmente ritengo che non ci sia niente di scandaloso nell’affittare la villa ad un’eccellenza imprenditoriale, se questo porta indotto sull’intera città. Il rischio della chiusura è che l’oblio si impadronisca della Villa Reale e Monza percorra con la sua naturale eleganza un viale del tramonto rischiarato solo dai lampi delle macchine di Formula 1 in un week end di fine estate.