real estate

Come mi è capitato di scrivere altre volte, per molti anni Miiano ha avuto – nell’immaginario collettivo – una “sola” piazza: Piazza Duomo, fatta eccezione per una sera all’anno quando l’attenzione si spostava su Piazza della Scala, in occasione dell’inaugurazione della stagione scaligera.

La cifra distintiva del Rinascimento urbano di Milano di questi ultimi eccitanti anni, che hanno visto il capoluogo lombardo al centro delle strategie degli investitori stranieri, è stata la creazione di tante nuove iconiche piazze che si caratterizzano non solo come un ampio spazio in cui transitare, ma anche  come un luogo di incontro: piazza Gae Aulenti a Porta Nuova, Piazza Tre Torri a Citylife, e da poco più di dieci giorni, Piazza Adriano Olivetti di fronte alla Fondazione Prada.

Se nel caso di Citylife, Piazza Tre Torri è andata a sostituirsi alla storica piazza Giulio Cesare, nel caso di Porta Nuova e di Symbiosis la realizzazione dello spazio ha avuto la funzione di centro nevralgico attorno al quale far crescere un vero e proprio progetto di città.

Symibiois, infatti, sorge in un ambito di rigenerazione di una parte di città che se anche molto vicina al centro è andata via via perdendo la propria identità.

Il progetto di Symbiosis sorge su un’area di Milano che, storicamente, ha avuto una vocazione industriale e produttiva caratterizzata dalla frenetica attività delle fabbriche e delle realtà artigianali ed oggi è oggetto di un’imponente operazione di riqualificazione, volto a lasciare, tuttavia, traccia della storia dell’area con il mantenimento della ciminiera e del serbatoio.

Ma quello che Symbiosis vuole diventare è un nuovo business district ecosostenibile ed ipertecnologico: l’intera zona, infatti, nel progetto degli sviluppatori è stata concepita per essere un nuovo polo attrattivo per la città. A partire dalla Fondazione Prada, e sulle ceneri di una distilleria risalente agli anni dieci del Novecento in cui convivono l’opera di conservazione e l’ideazione di una nuova architettura, Symbiosis nasce come nucleo operativo costantemente connesso in wi-fi, con un’attenzione alla mobilità elettrica anche grazie alla condivisione del progetto con il Comune di Milano e Atm, che daranno vita ad un sistema di trasporto pubblico con veicoli elettrici a guida autonoma.

L’area, inoltre, si trova al centro di una serie di iniziative che vedono Milano e altre importanti città europee coinvolte in una costante e attiva politica per la riduzione delle emissioni inquinanti e il raggiungimento del primato dell’ecosostenibilità.

Per quanto attiene il primo edificio realizzato, la prima azienda che ha fatto il suo ingresso negli spazi di proprietà di Beni Stabili, progettati dallo Studio Citterio Viel e realizzati da un’ATI di storiche imprese lombarde (Borio Mangiarotti, Botta, Mangiavacchi Pedercini, Cile Aspera e Nessi & Majocchi) è Fastweb, ma altri faranno il loro ingresso nei prossimi mesi.

L’edificio che ha una forma a “L” si sviluppa su 6 piani più un piano sotterraneo ed ha l’orientamento principale in direzione est/ovest. La facciata nord è a tutta altezza con celle in alluminio e vetro, mentre quella a sud è costituita da pannelli ventilati ciechi con parti in vetro a vista. Parte integrante del progetto è la piazza antistante che con i propri specchi d’acqua dialoga con la facciata dorata della Fondazione Prada.

Se l’obiettivo dell’opera di rigenerazione urbana era quella di dare spazio alla creatività e al saper fare tipicamente milanese, non può essere più che appropriata la scelta di intitolare la piazza ad Adriano Olivetti, imprenditore capace di legare in un’unica visione, divenuta poi un modello, l’efficienza aziendale alla crescita personale dei dipendenti.

Come ha sottolineato Carlo Berizzi, Presidente di AIM, nel corso della presentazione del loro ultimo volume “Piazze e spazi collettivi – Nuovi luoghi per la città contemporanea”, lo spazio aperto e il suo riuso definiscono una nuova identità urbana oltre che diventare generatori economici e social