real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Molti di noi, che hanno terminato gli studi universitari una ventina di anni fa circa, ricorderanno che uno dei temi più frequenti nei corsi di corporate finance era quello delle operazioni di fusione e acquisizione formalizzate attraverso l’acquisto di quote azionarie da parte di holding di partecipazione. Una tematica affascinante su cui si è concentrata molta della letteratura specialistica.

Nello specifico, il tema ha riguardato poco il sistema delle aziende di costruzione italiane di matrice tradizionale e famigliare.

Il processo di integrazione tra diverse realtà aziendali che è tipica del mondo manifatturiero era stato fino ad ora molto lontano dal settore delle imprese di costruzione.

Spesso infatti, il tema delle aggregazioni nel settore immobiliare e delle costruzioni è stato visto in un’ottica opportunistica per specifiche operazioni industriali a breve termine.

L’incontro con gli operatori del mondo del private equity ha spesso evidenziato come le imprese legate al mondo del real estate poco si adattavano a strategie di medio lungo periodo, molto diverse dalla logica del mordi e fuggi tipico dell’attività immobiliare tradizionale.

Ma il mondo del Real Estate e delle costruzioni dopo la crisi del 2008 è profondamente cambiato.

La domanda è diventata sempre più esigente e la polarizzazione tra grandi interventi di rigenerazione e riqualificazione che rappresentato un must per molte agende urbane delle nostre città e la micro riqualificazione ad appannaggio di operatori di tipo più artigianale impone all’offerta di dare una migliore lettura del cambiamento in atto.

Dall’analisi della struttura delle aziende è emerso che le imprese che hanno resistito nel corso di questi lunghi anni di difficoltà, sono quelle che più di altre hanno saputo rispondere positivamente ai driver dell’innovazione.

Innovazione di prodotto ma soprattutto di processo con una costante attenzione a ridisegnare la propria struttura aziendale, nell’ottica di progetti “chiavi in mano” dalla progettazione alla gestione, dove l’innovazione e l’integrazione di filiera con altre realtà sono viste come fattore competitivo di successo e non meramente nell’ottica del raggiungimento di economie di scala.

E’ proprio in quest’ottica, che si inserisce l’operazione che ha attratto l’attenzione della stampa specializzata la settimana scorsa. Impresa Percassi S.p.A., storica società operante da oltre 50 anni nel settore delle costruzioni, ha definito un accordo con Polifin S.p.A., holding di partecipazione che controlla, tra le altre, Gewiss S.p.A. e Grupedil S.p.A., promotrice dell’innovativo intervento di riqualificazione Chorus Life.

L’accordo prevede un investimento finanziario da parte di Polifin SpA con acquisizione del 40% delle quote del capitale di Impresa Percassi SpA.

Al di là delle dimensioni economiche che l’operazione assume, la firma di questo accordo ha alla base una vera e propria matrice di natura strategica ed industriale. Come sottolineato dagli interessati: “Si tratta di un primo importante passo verso la costituzione di un’aggregazione di imprese che avrà come obiettivo lo sviluppo di progetti immobiliari di respiro internazionale. La nostra volontà è infatti quella di dare forma ad un modello di edilizia integrata replicabile nel mondo, che coniughi lo sviluppo sociale con la crescita economica”.

La chiave di lettura di questa politica industriale è rappresentata dalla consapevolezza che certe imprese hanno delle proprie radici ma anche dall’attenzione al lungo termine quando si tratta di scelte gestionali.

Da non sottovalutare la scelta della proprietà di puntare su un management di qualità in grado di traghettare una realtà industriale storica in un’impresa moderna in grado di affrontare con coraggio le sfide che un mercato che corre sempre più veloce impone alle aziende che vogliono rimanere leader del settore.