real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

La storia millenaria di Genova l’ha consacrata con un aggettivo preciso e tagliente: “superba”. Superbia e orgoglio per una città che ha conosciuto nel passato lo sfarzo e la ricchezza della repubblica marinara, che è stata culla di fenomeni culturali importanti e indimenticabili, che ha legato la propria storia a quella dell’industria siderurgica e della cantieristica navale, che ha vissuto il proprio declino con una celata indifferenza e che adesso cerca il proprio riscatto grazie anche al mutato contesto immobiliare ed economico.

La settimana scorsa è stato presentato a Palazzo Tursi, il piano strategico di valorizzazione degli immobili pubblici. Attori di questo importante passo nella direzione della consapevolezza del patrimonio a disposizione del comune di Genova, l’assessorato allo sviluppo economico, il consigliere delegato a questo tema, il consorzio stabile CAIRE, specializzato nelle opere di rigenerazione urbana e l’advisor John Lang La Salle,  che assieme hanno redatto un documento strategico allo scopo di fornire una fotografia dettagliata della città e del suo patrimonio.

Il documento si presenta come un vero proprio property book, che a valle di un inquadramento generale di tipo urbanistico fornisce una fotografia di ognuno dei diciannove immobili di proprietà del comune, dell’attuale destinazione d’uso e delle strategie di valorizzazione che consentirebbero allo stesso di essere messo sul mercato e renderlo appetibile all’attenzione di potenziali investitori o conduttori nell’ipotesi di affitto a medio lungo termine quali aziende e professionisti che vogliano trasferire nella città della Lanterna la propria attività.

Il valore aggiunto del documento sta proprio nella catalogazione precisa così da consentire all’attuale proprietà di conoscere e valutare meglio il proprio patrimonio immobiliare, sì frammentato ma, ricco di valore storico e artistico.

L’operazione si inserisce nell’alveo delle attività promosse per rivitalizzare dal punto di vista economico una città che è andata perdendo smalto nel corso degli ultimi anni.

L’attenzione per lo sviluppo delle eccellenze della città è nelle priorità dell’attuale  amministrazione che ha individuato due attività economiche di nicchia che si contestualizzano bene nel capoluogo ligure: la blue e la silver economy. La prima è l’economia del mare, culminata con l’omonima festa nel mese di aprile, e che valorizza le doti naturali del porto, mentre la seconda sviluppa l’attrattività di Genova quale location per una seconda gioventù di anziani del nord Europa che sognano di vivere in climi più miti.

Al di là del singolo caso, interessante e testimone della volontà intrapresa dall’amministrazione genovese di dare una svolta positiva alla città, portandola fuori da quell’immobilismo che sta minando la storia di una anziana e superba signora che invece può rappresentare ancora un territorio di interesse per una certa fetta di investitori.

E questa è un’ulteriore testimonianza di come gli attori principali in questo sprazzo di terzo millennio siano proprio le città.

Dopo il secolo “breve” caratterizzato da progresso e conquiste, il XXI secolo è noto come “il secolo delle città”, così come lo ha definito Micheal Bloomberg, sindaco di New York dal 2002 al 2013. Oggi il 50% della popolazione mondiale vive in città e si prevede che la popolazione urbana possa raggiungere il 75% entro il 2050.

Grazie alla concentrazione delle risorse finanziarie, umane, tecnologiche e culturali, le città sono i luoghi più adatti per affrontare i grandi temi del nuovo sviluppo della Terra. Gli impegni attorno a cui ruota la nuova agenda urbana riguardano soprattutto lo sviluppo economico, l’inclusione sociale, la sostenibilità ambientale con l’adozione di un approccio territoriale integrato allo sviluppo sostenibile.

L’Italia ha una tradizione cittadina e municipalistica unica in Europa: nella prospettiva del secolo delle città, si potrebbe pensare che il patrimonio urbano del nostro Paese possa aiutarci a ben interpretare le sfide della contemporaneità.

In questa visione, le città diventano dei veri e propri committenti in grado di generare un circolo virtuoso nel settore della riqualificazione e rigenerazione.