real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

La cifra distintiva dei prossimi anni per il settore delle costruzioni nel suo complesso sarà sicuramente il Building Information Modeling, meglio noto con il suo acronimo BIM.

Il decreto BIM è stato approvato dal Governo a dicembre 2017 e stabilisce le modalità e i tempi di adozione degli strumenti di modellazione per il settore dell’edilizia civile e delle infrastrutture. L’entrata in vigore ufficiale del Decreto è del 27 gennaio, termine che non coincide con l’obbligatorietà del BIM che scatterà per le opere di importo superiore a 100 milioni di Euro nel 2019 e verrà invece esteso al complesso dei lavori pubblici nel 2025.

In questi anni di crisi si è spesso fatto riferimento al fatto che l’innovazione può e deve rappresentare un viatico per la “rinascita” del settore: la crisi più lunga e devastante che l’industria delle costruzioni abbia mai vissuto e che in parte ha colpito un segmento industriale a livello globale con tempi di uscita differenti, in funzione di struttura del sistema imprenditoriale, politiche industriali a sostegno dell’industria dell’ambiente costruito e propensione alla ricerca anche grazie ad una stretta relazione con il mondo accademico.

Recentemente, il BIM è stato utilizzato per la progettazione e la realizzazione di un’opera pubblica destinata all’edilizia scolastica: il plesso scolastico della scuola primaria di Melzo, nell ’area metropolitana di Milano, che ospiterà 500 alunni.

Si tratta di una delle prime gare condotte in Italia su un progetto strutturato sin dall’inizio secondo il BIM.

Ma quali sono stati i vantaggi più rilevanti che l’utilizzo della modellizzazione digitale apporta alle opere? Semplice: riduzione dei tempi di realizzazione e contenimento dei costi.

Con riferimento ai tempi, sui 370 giorni previsti per la realizzazione dell’opera la conclusione si è avuta in 225 mentre il risparmio effettivo nei costi di realizzazione è stato di 250.000 €,  ovvero il 5% del valore dell’appalto: infatti, l’opera è costata 4 milioni e 750.000 € rispetto ai 5 milioni di € previsti in fase di aggiudicazione del bando.

L’utilizzo del sistema di digitalizzazione consente inoltre il monitoraggio dell’opera in tempo reale, e nel caso del complesso scolastico la carta vincente è stata sicuramente la scelta da parte dell’ente appaltante di coinvolgere il Politecnico di Milano, una delle eccellenze accademiche nazionali sul tema dell’ambiente costruito, in qualità di consulente per tutto l’iter di progettazione e realizzazione dell’opera.

L’utilizzo del BIM risulta quindi essere centrale per la realizzazione e la gestione delle opere pubbliche, dove la storia recente ci ha raccontato di lavori eterni, caratterizzati da costosissime varianti.

Il settore dell’ambiente costruito sta facendo grandi sforzi per trasformarsi in un settore efficiente, incentrato sulla qualità e sulla sostenibilità, che non si limitano ad un singolo immobile ma possono arrivare a costituire il DNA delle smart cities.

Lo sforzo che deve essere fatto da parte di tutti gli attori del settore (progettisti, sviluppatori, costruttori, impiantisti) è quello di comprendere che il mercato chiede sempre maggiore certezza nei tempi e nei costi e che questo rappresenta un fattore determinate per il successo dell’operazione.  A fianco di un problema di costo per l’acquisto dell’infrastruttura informatica e per la formazione del personale, si palesa la necessità di un cambio di paradigma nella gestione aziendale anche nelle relazioni con i fornitori, che può dare vita ad un processo industriale integrato.

L’innovazione non può essere fermata: è un processo inevitabile che, anche se difficile da interiorizzare, deve andare a permeare tutte le realtà nazionali di ogni ordine di grandezza, perché in grado di aumentare la produttività, la competitività e l’immagine di un settore per il quale l’aspetto reputazionale ne ha caratterizzato a volte la sua fragilità.