real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Mercoledì 13 dicembre è stato presentato, presso l’Hotel Principe di Savoia a Milano, il rapporto redatto da Scenari Immobiliari in collaborazione con Casa.it sul mercato immobiliare della Lombardia.

In una sala gremita di operatori del settore sono stati illustrati i principali indicatori del mercato immobiliare lombardo.

Il contesto economico e sociale in cui si inserisce questo segmento immobiliare è quello di una regione la cui popolazione ha raggiunto la soglia dei 10 milioni, grazie soprattutto all’andamento demografico della città di Milano, dell’area metropolitana e delle province di Bergamo e di Monza e Brianza. Buona la ripresa dell’andamento dell’occupazione, soprattutto nel settore dei servizi che caratterizza ampiamente il DNA dell’economia regionale, un tasso di disoccupazione sotto la soglia del 7% e un reddito pro-capite tra i più alti in Italia, con la punta di oltre 30.000 € della città di Milano seguita dai valori registrati nelle province di Pavia, Bergamo e Monza e Brianza.

Ma quali sono i dati che caratterizzano il mercato immobiliare lombardo rispetto al contesto nazionale? La regione rappresenta il più grande mercato italiano con una percentuale pari al 22,2% delle compravendite residenziali ed una crescita rispetto al 2016 del 12,8% rispetto al dato nazionale del 7,7%. Un valore che avvalora l’ipotesi di un trend di crescita anche per il 2018 con un incremento atteso pari al 16,7%.

Dal punto di vista delle compravendite, il valore per il 2018 sarà pari a circa 143.000  transazioni, pari ai livelli raggiunti nel 2007, per arrivare poi nel 2020 a 192.000 operazioni.

Buono il livello di assorbimento dello stock in offerta che ha raggiunto la soglia del 60-70%, con una punta dell’85% per il mercato milanese.

Per il prossimo triennio, secondo le analisi presentate, la Lombardia si troverà a viaggiare ad una velocità superiore rispetto al resto del paese.

Per quanto attiene l’andamento delle quotazioni è possibile affermare che i prezzi, in generale, hanno tenuto soprattutto grazie all’andamento del mercato milanese che ha rivestito e riveste un ruolo a sé stante. Infatti, anche se la ripresa è generalizzata per tutto il territorio regionale, non tutti i capoluoghi corrono alla stessa velocità.

Ma quali sono state le caratteristiche che hanno fatto uscire i singoli mercati da una situazione di “buio” degli anni della crisi?

Quello che si registra nella maggioranza delle città capoluogo è la ripresa delle compravendite e dei prezzi soprattutto nelle zone centrali o semi-centrali, grazie ad un’offerta che ha saputo rispondere alla domanda sia in termini di quantità che di quotazioni.

In alcune località le compravendite degli immobili hanno subito, negli anni della crisi, una drastica riduzione con una pesante debacle del sistema imprenditoriale locale e  con la “scomparsa” di importanti attori del mercato; alcune realtà hanno saputo reagire meglio di altre alla crisi anche in virtù di una localizzazione geografica più propizia come ad esempio il mercato brianzolo a breve distanza da Milano o il mercato della provincia di Sondrio che ha visto nella ripresa degli investimenti un canale per la valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare di seconde case con destinazione turistica.

Ma quale è la sfida che attende le città lombarde?

Milano sarà trasformata da importanti ambiti di riqualificazione e rigenerazione come ad esempio l’operazione degli Scali Ferroviari, mentre le altre città dovranno essere in grado di valorizzare le proprie realtà immobiliari con prezzi e tipologie abitative idonee alla domanda, in un contesto in cui un ruolo molto importante sarà giocato dal sistema infrastrutturale, dalla rigenerazione e dalla riqualificazione urbana.