real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Appuntamento pre-natalizio per la presentazione del 3° Rapporto sul Mercato Immobiliare di Nomisma, mercoledì 29 novembre presso la sede della Fondazione Cariplo nel centro storico di Milano.

Appuntamento che fornisce agli addetti ai lavori una fotografia dettagliata di quello che si muove nel mercato immobiliare, dopo dieci anni di crisi che hanno minato la fiducia degli operatori e degli investitori.

Se il 2015 e il 2016 si sono caratterizzati per una generale euforia che è sembrata affievolirsi nel 2017, il mercato è ritornato ad essere più oculato nella scelta delle opzioni di investimento mettendo in luce i fattori di debolezza che ancora caratterizzano il contesto nazionale.

Dal punto di vista dell’andamento delle compravendite, secondo quanto emerge dall’elaborazione di Nomisma dei dati dell’Agenzia delle Entrate, alla fine di quest’anno si toccherà la soglia delle quasi 545mila transazioni, con un calo rispetto al 2006 – culmine del ciclo immobiliare – del 36,6%. Per il 2017 la crescita delle compravendite si attesta ad un + 5%
rispetto al 2016 e si presuppone che si toccherà la soglia delle 586mila transazioni.

Nello scenario immobiliare, Milano rimane il mercato di punta sia in termini di tenuta dei prezzi, soprattutto per quanto attiene le zone centrali e i quartieri oggetto di trasformazione, sia per attrazione degli investimenti stranieri come testimoniano le operazioni effettuate recentemente dal colosso immobiliare australiano Lendlease per la realizzazione dell’area Arexpo – il cui progetto è stato presentato alla stampa proprio il 28 novembre  – e l’operazione di Santa Giulia di Risanamento, per la quale è stato siglato un Project Development Agreement (Pda) per la realizzazione dei Lotti Nord.

Di altro calibro il mercato immobiliare dei 13 capoluoghi di provincia che Nomisma monitora e che riflettono in generale il trend nazionale per il mercato residenziale privato, mentre più complessa appare la situazione del mercato degli immobili per impresa.

La ripresa delle quotazioni, prevista in generale per il 2018, fa segnare nei 13 capoluoghi andamenti diversificati: sensibile crescita a Firenze e Bologna, stabilità a Roma, mentre fanno ancora un po’ fatica i mercati di Padova, Genova, Bari, Cagliari e Catania.

Ritorna sullo schermo la ruota del ciclo immobiliare, sia per quanto attiene il segmento residenziale che quello direzionale, analizzando tutte le variabili determinanti: prezzi, compravendite, tempi di assorbimento dello stock di offerta e scontistica applicata.

Quello che ne emerge relativamente al primo segmento di mercato, quello residenziale, risultano in crescita il mercato di Milano, Bologna, Firenze, Venezia, Napoli. Mercati in miglioramento Cagliari, Torino, Roma, Bari, Padova e Genova. Fanalini di coda Palermo e Catania.

Un po’ diversa la situazione del segmento direzionale dove non si segnalano mercati in crescita ma solo capoluoghi che migliorano la loro posizione e città che invece vedono rallentare il mercato direzionale. In serie positiva, anche in questo caso, Milano mentre città come Torino e Firenze sembrano soffrire ancora. Poche le operazioni legate al segmento turistico-ricettivo nel sud Italia, che potrebbero rappresentare uno strumento di generazione di valore aggiunto per un territorio che, ricco di opportunità dal punto di vista naturale e culturale, in generale non è ancora stato in grado di sfruttare al massimo il proprio potenziale.

Un altro tema interessante emerso dal confronto con gli operatori del settore, è quello  dell’impatto dei Piani Individuali di Risparmio (PIR) sul mercato immobiliare. Nonostante l’inclusione del settore tra quelli in cui sarà possibile investire, è al momento difficile stimare l’effetto che questi avranno sul real estate. Determinanti per l’attrazione dei capitali, saranno la reputazione degli operatori, la fattibilità delle operazioni e il rendimento che sarà possibile ricavare dall’investimento. Per questa ragione non è da escludere che l’interesse degli investitori e dei loro broker potrebbe anche indirizzarsi su segmenti non “tradizionali”, ma che garantiscono ritorni interessanti rispetto al mercato residenziale caratterizzato da rendimenti sempre piuttosto contenuti.

Prossimo appuntamento con il Rapporto sul Mercato Immobiliare per il 21 marzo 2018.