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by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Lunedì scorso ho partecipato all’Assemblea Generale di Assolombarda – Confindustria Milano Monza e Brianza nella splendida cornice del Teatro alla Scala, dove per una mattina la voce dei cantanti è stata sostituita da quella degli imprenditori.

Una scelta non scontata quella del Teatro alla Scala perché il tempio della lirica è sin dalla sua fondazione nel 1778 uno dei simboli della Grande Milano ed è stato il testimone di grandi momenti per la città e per la nazione – dal Risorgimento, con il trionfo del Nabucco di Verdi, all’ultimo dopoguerra con la stessa opera diretta da Arturo Toscanini.

L’assemblea è stata l’occasione per l’ufficializzazione del passaggio di testimone tra Gianfelice Rocca e Carlo Bonomi.

Al di là dei saluti istituzionali del sindaco di Milano – Beppe Sala – e del governatore della Lombardia, Roberto Maroni, la voce che di più 1ha risuonato sul palco del teatro scaligero è stata proprio quella del neo presidente Bonomi.

Classe 1966, è il 15° presidente di Assolombarda da quando nel 1946 lo divenne per  la prima volta Giovanni Falck. Presidente del consiglio di amministrazione di diverse società che operano nel settore farmaceutico-medicale, conosce bene il mondo associativo facendone parte da molto tempo ed avendo ricoperto nel corso della presidenza Rocca il ruolo di Vicepresidente con delega al credito e finanza,fisco, organizzazione e sviluppo e che quindi ne conosce bene anche le difficoltà che ha vissuto in questi ultimi anni.

Ma quali sfide attendono il neo presidente? Dopo 12 anni di presidenti espressione di una realtà industriale di grandi dimensioni, ora è emersa anche la voce delle piccole e medie imprese che rappresentano da sempre l’ossatura del mondo associativo.

Le sfide che questo sistema deve affrontare le ha ben illustrate lo stesso neo presidente nel corso della sua appassionata relazione.

Assolombarda negli ultimi 4 anni ha dedicato le proprie energie a ridare fiducia alle imprese e stimolo ad una politica industriale che permetta al nostro sistema imprenditoriale – il secondo paese manifatturiero in Europa – di recuperare i gap che lo separano dagli altri paesi europei.

Perché se è vero che Milano e la Lombardia hanno ripreso a trainare l’economia, tuttavia la strada è ancora lunga.

Se prendiamo come riferimento il 2008 – prima che la grande crisi colpisse pesantemente il nostro paese – le differenze rispetto ad oggi sono chiare:

  • I prestiti bancari nel 4° trimestre 2016 segnano una flessione del 14% rispetto al 2008;
  • I fallimenti di imprese, pur rallentando, rimangono doppi rispetto a 9 anni fa;
  • Gli investimenti registrano una flessione a doppia cifra.

Cosa è necessario fare per colmare questi gap?

Il nostro sistema industriale ha in questo momento ha l’opportunità di cogliere la sfida della quarta rivoluzione industriale. Secondo il presidente Bonomi è necessario spingere l’acceleratore sugli investimenti per utilizzare al massimo la rilevante somma di super ed iper-incentivi disposti nella legge di Bilancio 2017. Nel programma di questa presidenza, il ruolo dell’associazione sarà quello di aprire dei cantieri che consentano alle imprese di ottimizzare ed automatizzare i processi produttivi industriali.

Come è possibile fare tutto ciò? È più che mai importante riaprire un dialogo con i grandi istituti di credito per affiancare alle imprese – soprattutto quelle più piccole – un partner finanziario che possa garantire certezza e sostegno per una progettualità a medio-lungo periodo.

Una voce importante nel piano strategico del Presidente Bonomi è rappresentato dal capitale umano ed in particolare dai giovani. Infatti, secondo il neo presidente degli industriali, una delle modalità in cui si declina la quarta rivoluzione industriale è rappresentato dal rapporto tra le imprese e i giovani: puntando su un paese che premia il coraggio ed il merito.

Uno dei fattori che maggiormente inquietano le imprese è la finanza pubblica.

L’Italia è il fanalino di coda nella ripresa del Pil dell’Eurozona, la spending review che è stata protagonista della scena politica di alcuni anni fa è stata abbandonata e la spesa non è stata ridotta bensì ricollocata. Questa persistente stagnazione del nostro paese si traduce in arretramento della produttività. Quindi quali sono gli strumenti per far ripartire la produttività? Una strada proposta da Confindustria è quella di una de-contribuzione triennale per i giovani assunti ma si rende necessario un nuovo modello di relazioni sindacali.

Un altro fattore importante per lo sviluppo della nostra realtà imprenditoriale e per la ripresa è il rapporto con il territorio e in particolare con la Città metropolitana. Se è vero che la competizione si gioca sempre più tra città metropolitane, Milano deve essere protagonista di questa sfida mondiale. Negli ultimi 4 anni, Assolombarda si è resa protagonista nel rendere alle istituzioni Milanesi e Lombarde un quadro organico di indicatori costantemente rilevati ed aggiornati. L’associazione ha dato un contributo decisivo al successo dell’Expo e ha partecipato al progetto che vede su quell’area la creazione di un grande polo tecnico-scientifico affinché imprese, università, istituzioni e centri di ricerca lavorino con obiettivi condivisi. Affinché questi progetti prendano corpo è necessario avere certezze su cosa sarà fatto e soprattutto quando, specialmente ora che Milano è al centro dell’attenzione nazionale ed internazionale, visto che la città metropolitana stenta a decollare.

I tempi e le riforme introdotte nel sistema confindustriale impongono snellimento e semplificazione, e ciò implica che venga messa in atto una modalità di confronto e decisione orientata ad una dinamica più bottom up che top down e ad un potenziamento delle vocazioni e delle specializzazioni territoriali.

In questo scenario, dove la sfiducia tende alla delegittimazione della politica e delle istituzioni pubbliche, il ruolo di Assolombarda sul territorio e di Confindustria nel contesto nazionale deve essere quello di essere la voce delle imprese per evitare che gli imprenditori non abbiano la sensazione di non essere rappresentati.

5 le parole chiave per la presidenza Bonomi:

  • Tradizione
  • Concretezza
  • Innovazione
  • Creatività
  • Ascolto

per consolidare il ruolo di un’istituzione storica in una realtà che è sempre più in movimento e dove l’innovazione è la chiave per riuscire a ritornare protagonisti nel futuro.

Non è stata la prima assemblea di Assolombarda a cui ho preso parte, ma devo dire che ho percepito nella relazione del neo presidente una voglia di fare e di provarci che mi è piaciuta molto. Il mondo associativo, che ora non sta vivendo un momento facile, deve ritornare ad avere quel ruolo di punto di riferimento che ha rappresentato per tante realtà imprenditoriali per molti anni, anche se è necessario evolversi per rispondere al meglio alle nuove esigenze delle imprese.

Buon lavoro Presidente Bonomi!