real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

Alcuni giorni fa, grazie alla valida organizzazione delle mie amiche di Arel (Associazione Real Estate Ladies) ho avuto l’occasione di visitare la nuova Sede milanese di Microsoft nella cornice della nuova sede della Fondazione Feltrinelli a Porta Volta.

Un edificio avveniristico una piramide di vetro e cemento disegnata dallo studio elvetico architettura Herzog & de Meuron.

Al di là del valore architettonico dell’edificio in sé, quello che mi ha veramente impressionato è stata la scelta operata da Microsoft nel disegnare gli spazi dedicati ai propri dipendenti.

Una nuova concezione di spazio-ufficio dove tutto rimane fluido e gli spazi vengono utilizzati in funzione delle necessità.

Si fa molto parlare di smart working ma, sono pochi le aziende che lo hanno applicato realmente

Cosa si intende per smart working? Una concezione totalmente da quella che ha caratterizzato molti dei nostri uffici.

In primis, nessuno ha un ufficio singolo: lo spazio viene condiviso in funzione delle necessità.

Ogni postazione è dotata di tutte le apparecchiature necessarie per collegare tutti i digital devices in possesso di ogni singolo dipendente.

Molta attenzione viene data alla modularità delle strutture affinché queste permettano di dialogare e di lavorare in team.

Inoltre, invece delle tristi sale ristoro che caratterizzano molti degli uffici presenti sul mercato, ogni piano ha una sala ristoro studiata ad hoc ed attrezzata per garantire ai dipendenti la possibilità di fare una pausa o di lavorare assieme davanti ad una tazza di caffè.

La composizione variegata degli spazi, delle strutture e delle finiture (per i pavimenti si alternano il vinile effetto parquet – veramente difficile da distinguere dai listoni veri e propri – la moquette di diversi spessori e consistenze) porta a scoprire in ogni piano un universo diverso.

Questa tipologia di spazio risponde ad un modo di lavorare tipico delle corporate internazionali, dove il lavoro non è strettamente legato al timbro del cartellino e delle otto ore passate alla stessa scrivania.

Dal punto di vista del real estate, questi nuovi modelli di lavoro impongono di cambiare la prospettiva nella realizzazione degli immobili ad uso ufficio.

Le imprese devono cambiare la prospettiva e da schemi prestabiliti tipici degli anni 60-70, dove ogni soggetto è chiuso in ufficio singolo di dimensioni standardizzate ed anonime, in corridoi dalla luce artificiale ed improbabile.

Come ben rappresentato da molti esperti del settore, lo stock immobiliare ad uso ufficio diffuso su tutto il territorio nazionale non è adeguato alla domanda di una committenza che mette al centro una concezione diversa degli spazi dedicati al lavoro.

La sfida che si apre alle imprese di costruzione è quella del cambiamento e della capacità di adattarsi alle richieste della committenza e soprattutto di mantenere un dialogo continuo e
collaborativo con la progettazione, l’impiantistica e l’arredamento.