A poco più di un mese dall’inizio della fase 2 con la ripresa di molte delle attività produttive che hanno subito il lockdown, alcuni elementi sono già emersi con maggiore forza: nel settore delle costruzioni e del real estate, si è preso atto del fatto che l’emergenza sanitaria ha portato ad un’accelerazione di quei processi evolutivi che si stavano facendo strada nel nostro paese con un ritmo non sempre incalzante.
E’ proprio da questo punto, quindi, che bisogna ripartire per dare nuovo vigore ad un settore che già pesantemente colpito dalla crisi del 2008 si è ritrovato ad affrontare uno stop che ha rimescolato le carte.
Un aspetto che ha preso sempre più spazio nelle discussioni sul settore è rappresentato dalla necessità da parte di committenti e progettisti di ripensare le asset class di investimento in modo radicale per meglio adattarsi alle mutate esigenze degli utilizzatori finali.
E’ necessario quindi ridisegnare completamente l’architettura di questo paese, come già successo in epoca post bellica, ripensando l’opera architettonica non solo come mero esercizio estetico, ma anche e soprattutto come la tela bianca su cui dare forma ad infrastrutture immobiliari in grado di adattarsi ad una società del vivere e del lavorare profondamente trasformata.
In un contesto di mercato caratterizzato da sempre da una frammentazione diffusa della catena produttiva, diventa importante affinché il settore riacquisti la propria riconoscibilità come elemento fondante dell’industria nazionale, che il dialogo tra le varie componenti del settore sia sempre più stretto e armonizzato.
La frammentazione, figlia anche delle ridotte dimensioni delle realtà aziendali, rappresenta un limite soprattutto quando si pensa ad importanti operazioni immobiliari dove i soggetti coinvolti sono spesso rappresentati da grandi committenti di matrice internazionale, in un contesto di mercato dove le riserve sono diventate un componente importante del valore dell’opera al suo compimento e il contenzioso è cresciuto rallentando inevitabilmente la conclusione delle opere.
Una delle possibili soluzioni per dare vita ad un sistema produttivo efficiente e in grado di rispondere con tempi e modi adeguati al nuovo mercato può essere il Project Partnerning, che prevedendo il coinvolgimento dell’impresa di costruzioni e dei suoi subappaltatori già dalla fase di progettazione dell’immobile consente numerosi vantaggi.
In primis, potrà ridurre il rischio di errori nella quantificazione dei costi che dovranno essere sostenuti per la realizzazione dell’opera.
Inoltre, il loro coinvolgimento sin dalla fase embrionale dell’opera consente di verificare già in fase di progettazione, grazie al dialogo e al confronto tra il progettista e l’azienda esecutrice di
adattare al meglio il progetto al contesto, riducendo al minimo se non addirittura annullando il rischio che il disegno progettuale diventi di difficile realizzazione con un significativo risparmio di costi.
La possibilità di essere coinvolte sin dalle fasi iniziali nella progettazione e nella successiva realizzazione di un’opera porta sempre di più le aziende che vogliono intraprendere questa strada a trasformarsi da assemblatori delle varie componenti del prodotto immobiliare a veri e propri protagonisti in grado di portare la propria esperienza come valore aggiunto alla realizzazione dell’opera.