Potrebbe suonare esagerato il termine di “Rinascimento” ma, effettivamente in questi ultimi mesi si fa un gran parlare del ruolo centrale di Milano nel panorama nazionale come naturale destinazione degli investimenti stranieri.
Nel 2016 la sommatoria degli investimenti immobiliari in Italia è stata pari a circa 9 miliardi di cui la percentuale più elevata si è concentrata su Milano che insieme a Roma conta per circa il 50% del totale.
Non è più la “Milano da bere” degli anni ’80 che ha rappresentato nell’immaginario collettivo una città effimera che sembrava voler scimmiottare New York, ma una realtà che ha attraversato un terremoto istituzionale e politico di dimensioni imponenti diventando una città più concreta che è stata in grado di trasformarsi e rifarsi un “make up” che l’ha messa in competizione con le altre metropoli europee.
Milano ha saputo cogliere sfide importanti e i suoi imprenditori hanno rischiato lanciandosi in progetti ambiziosi e qualitativamente “alti” che hanno modificato la fisionomia della città.
Milano è una città in movimento che vede tra le sfide più importanti quella della riqualificazione di 7 scali ferroviari cittadini: una partita da un milione e 250.000 mq che rappresenta un bell’esempio di dialogo tra istituzioni pubbliche o quasi – FS Sistemi Urbani – e il mondo della progettazione. Che si respiri un’aria nuova è testimoniato dai 5 progetti realizzati da 5 noti studi di architettura nazionali ed internazionali presentati in occasione della
settimana del Salone del Mobile nella cornice dello scalo di Porta Genova.
Cinque progetti diversi che prendendo ispirazione da esempi internazionali sembrano essere accomunati da un tema: Il verde come infrastruttura, non intesa solo come Raggi Verdi, ma come strumento per la collettività.
Nel corso dei recenti incontri promossi dall’ordine degli architetti di Milano e dal Comune, una delle sessioni è stata dedicata proprio al verde e alla sua funzione sociale.
Un punto ha accomunato tutti i relatori della giornata: il verde deve essere gestito in modo innovativo riconoscendone la redditività sebbene non possa essere individuata immediatamente. Soprattutto deve essere ampliata la cura e la gestione del verde per evitare che i suoi spazi, che negli ultimi 25 anni hanno raddoppiato la propria quota in una città identificata con la nebbia e il grigio, diventino “una giungla sociale” incolta.
Un piccolo aneddoto storico.
Nel 1911, la Direzione Generale della Ferrovia dello Stato, in accordo con la Federazione Italiana dei Consorzi Agrari bandì il Concorso delle Stazioni Fiorite. Organizzato nel 1911 il Concorso venne ripetuto per alcuni anni con lo scopo di richiamare l’attenzione sull’importanza, ai fini della propaganda turistica, della presentazione delle stazioni ferroviarie, che erano, per molti viaggiatori, il biglietto da visita di una località.