Secondo quanto riportato dalla principale testata giornalistica operativa sul territorio di Monza e Brianza, Il Cittadino, l’amministrazione comunale sta guardando con rinnovato interesse alla riqualificazione di alcune importanti aree dismesse.
Il passato industriale di Monza, il cui tessuto produttivo si è ora vocato in buona parte al settore terziario e alle attività ad elevato contenuto innovativo, ha lasciato in eredità alla capitale della Brianza un patrimonio di archeologia industriale che si intreccia inevitabilmente con la realtà immobiliare della città che è ricca, per sua natura, di quartieri residenziali anche di elevato pregio.
La volontà della pubblica amministrazione di velocizzare gli iter per la riqualificazione e la rigenerazione urbana è un primo passo fondamentale per “salvare” dal degrado porzioni importanti di territorio che altrimenti resterebbero alla mercé del tempo che passa, causando significativi problemi al decoro e alla sicurezza degli edifici circostanti.
Infatti, non si deve dimenticare che molti esempi di questa archeologia industriale si trovano nel centro della città, come ad esempio l’ex tessitura Pastori e Casanova.
Situato nel centralissimo e rinomato quartiere di San Biagio, l’imponente edificio di circa 24.000 mq, è un complesso composto da svariate porzioni di un ex insediamento industriale del 1880 e da una palazzina storicamente occupata dagli uffici, che è stata per prima oggetto di riqualificazione, avendo ospitato la sede di rappresentanza della Provincia di Monza e Brianza, e a partire dall’autunno del 2016 la succursale del liceo Mosè Bianchi.
La volontà della proprietà è quella di conservare alcune porzioni dell’ex stabilimento e di demolire altre strutture che, attualmente in condizioni precarie, non rappresentano alcun valore aggiunto per l’operazione di riqualificazione.
L’immobile si trova a ridosso di uno degli edifici simbolo del capoluogo brianteo, ovvero la Cappella Espiatoria ad eterna memoria del regicidio di Umberto I per mano dell’anarchico Gaetano Bresci.
Il progetto, già presentato alla precedente amministrazione, prevede la realizzazione di strutture residenziali in una delle zone tra le più esclusive della città, nonché la riqualificazione del padiglione Nervi. Secondo il progetto dell’architetto Gae Aulenti (1927-2012), la struttura è destinata ad ospitare, sotto l’imponente volta a botte, la pinacoteca civica, sale conferenze e spazi commerciali di supporto ad uno spazio espositivo, come ad esempio un book shop e una caffetteria.
Inoltre, il progetto prevede anche la realizzazione di un parcheggio ad uso pubblico, in una zona notoriamente “affamata” di posti auto.
Il progetto, che si incunea nell’alveo delle operazioni di riqualificazione di ex insediamenti industriali per destinarli non esclusivamente alla funzione residenziale ma anche alla cultura, può rappresentare un buon viatico per una città che, anche se con un certo understatement, ha una grande attenzione per i fenomeni artistici e per le esposizioni.
L’immobile, inoltre, si trova a poche centinaia di metri dal complesso della Villa Reale recentemente ristrutturata e che ospita in questi giorni un bellissimo Van Dyck in prestito dal Museo di Capodimonte.
E’ indubbiamente positivo trovare nell’amministrazione una propensione a sostenere i processi di riqualificazione della città, ma il tutto dovrà essere accompagnato da un’importante operazione di marketing territoriale che coinvolga tutti gli stakeholders del territorio, siano essi pubblici che privati, per cavalcare l’onda del ritorno economico che l’industria della cultura produce per i territori che la “ospitano”.