L’anno che si appena concluso ha rappresentato per il mercato del real estate italiano una nuova grande stagione sfiorando i 12 miliardi di euro in termini di volume degli investimenti immobiliari in Italia nel 2022, con un aumento annuale del +20%, nonostante i segnali di rallentamento registrati nell’ultimo trimestre dell’anno.
Un anno caratterizzato da tre trimestri, i primi, particolarmente effervescenti che hanno fatto registrare circa 9,7 miliardi di euro, e un quarto trimestre di consolidamento anche se decisamente sottotono rispetto all’anno precedente.
Tra le asset class preferite sia dagli investitori nazionali che da quelli internazionali, il ruolo di leadership è sempr del comparto office con Milano destinazione per eccellenza. Sul secondo gradino del podio, il comparto della logistica grande protagonista del mercato in epoca pandemica.
Si riconferma l’interesse per i settori dell’hospitality, con operazioni definibili come trophy asset, e del living, soprattutto nelle prime location di Milano e Roma.
Tutto ciò in uno scenario dove al fianco delle operazioni di rigenerazione urbana che coinvolgono molte delle nostre città siano esse primarie che secondarie si attendono una serie di eventi di rilevanza internazionale che necessitano di infrastrutture idonee ad ospitarli.
Eventi come le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026, che vedranno non solo la nascita di un prestigioso villaggio olimpico nell’ area dell’ex scalo di Porta Romana, una delle aree semicentrali di maggiore effervescenza architettonica e immobiliare del capoluogo lombardo, oltre alla realizzazione di infrastrutture sportive e ricettive in altre località, magari meno conosciute al grande pubblico
Proprio l’impatto di certi eventi in termini di legacy sul territorio interessato dall’iniziativa è il punto di vista da cui analizzare con dettaglio l’infrastruttura immobiliare. Per evitare il rischio di cattedrali nel deserto una volta conclusasi la manifestazione, è stata già stabilita la seconda vita per quelle infrastrutture che verranno realizzate.
Inoltre, anche in ottica di sostenibilità non solo ambientale, diventa centrale anche il rispetto dei tempi di realizzazione, per far sì che per la fine di dicembre del 2025 le opere siano completate e a disposizione del comitato olimpico prima dell’avvio della manifestazione.
Proprio sul rispetto dei tempi di realizzazione e del rispetto dei costi preventivati, si innestano due filoni di analisi sempre più importanti per la realizzazione di infrastrutture immobiliari moderne ed efficienti: il tema della collaborazione pubblico-privato e il contributo della digitalizzazione alla messa a terra delle opere.
Quello che ci si auspica con le opere che verranno realizzate sul nostro territorio è che si manifesti il cosiddetto effetto Bilbao, ovvero la capacità di un’opera architettonica spettacolare di cambiare il volto di un quartiere o di una città.
La locuzione trae origine dalla realizzazione a Bilbao del Museo Guggenheim nel 1997. Un’opera fortemente voluta dall’amministrazione locale che può essere considerata una delle prime opere di rigenerazione urbana con un’importante legacy sul territorio circostante e attirando sulla città basca più flussi turistici, attenzione mediatica e flussi economici.
L’auspicio è appunto quello che l’effetto Bilbao si manifesti non solo durante il periodo olimpico ma anche e soprattutto successivamente, coinvolgendo la vasta area interessata dal progetto che comprende non solo località note al grande pubblico ma anche centri meno conosciuti ma non per questo meno interessanti.