Sotto un sole che parla ancora di estate, con il suo riverbero sulle onde del mare e nel contesto di una delle più prestigiose strutture ricettive da sempre sede di eventi istituzionali, si è svolto lo scorso week end la trentesima edizione del Forum di Scenari Immobiliari dal titolo The future is now.
Proprio questo il filo conduttore di questa edizione che ha riportato in presenza gli operatori di tutta la filiera dell’industria delle costruzioni e del real estate.
I dati più strettamente legati al futuro prossimo del mercato, illustrati da Mario Breglia e Francesca Zirnstein, prevedono per la fine del 2022 nell’area EMEA fra i 305 e i 320 miliardi di euro, di investimenti con un calo compreso fra il 10% e il 15% rispetto al 2021.
Per quanto riguarda il nostro Paese per il segmento residenziale è previsto un calo per l’anno corrente che dovrebbe continuare anche nel 2023, attestandosi a circa 670 mila compravendite. Per il comparto retail, il grande malato di questo biennio è previsto per il 2023 un incremento del +4,3%. Per la logistica, infine, è prevista una chiusura con il segno + anche se con un’intensità rispetto a quella registrata nel recente passato.
Ma il grande protagonista del mercato – anche se con numeri relativamente contenuti – è il comparto ricettivo, segmento nel quale emerge un interesse crescente degli investitori stranieri soprattutto per le location prime come Roma e le numerose località turistiche.
Il tutto con una certezza: il settore delle costruzioni e del real estate non possono essere considerati completi se non viene presa in considerazione l’industria dei servizi legati all’immobiliare che sempre di più sono corredo indispensabile per l’offerta.
In questo scenario, il fil rouge di questa edizione è stata l’innovazione, come si evince anche dai premi assegnati: innovazione a tutto tondo che pervade non solo le strategie di investimento ma anche e soprattutto il processo realizzativo.
Il mercato immobiliare del prossimo futuro, partendo dai temi della rigenerazione urbana, della rinascita delle città e dei suoi quartieri fino a diffusa creazione di nuove centralità, deve essere in grado di rispondere in modo adeguato alle richieste di diverse generazioni di utenti che tuttavia diventano sempre più esigenti.
Infatti, l’attuale domanda è rappresentata per una grande fetta dalla generazione X, ovvero generazione che è passata dall’analogico al digitale ma che per certi aspetti ha mantenuto una continuità con il passato. Le prossime generazioni porteranno invece una vera e propria rivoluzione “copernicana” nella domanda immobiliare. La generazione Y o “millennials” che già adesso sono presenti sul mercato come consumatori “attivi”, a differenza della generazione precedente sono cresciuti già con la tecnologia a portata di “mano”. Hanno un altro approccio al consumo che li vede meno fedeli e più concentrati sull’esperienza che un bene può loro garantire senza che necessariamente questo utilizzo si configuri come un investimento a lungo termine.
Proprio questa è la domanda a cui i premiati di questa edizione del Forum hanno risposto attraverso un approccio aziendale rivolto all’innovazione del prodotto immobiliare (COIMA), con una produzione che pur essendo incentrata sul mattone viene interpretata con approccio industriale volto alla massimizzazione del risultato e alla replicabilità calata sulle diverse realtà territoriali ed urbanistiche (COSTIM per Chorus Life Bergamo) e al recupero di periferie che vanno via via perdendo, almeno in alcuni città, quel velo di desolazione e di decadenza priva di fascino (UNIPOL).
Ed è la visione innovativa del mercato immobiliare volta a fare dell’infrastruttura un prodotto di qualità con al centro la persona ed I suoi bisogni che ha accomunato, nonostante le palesi differenze, I protagonisti di questa edizione del Forum.
Il tutto con uno sguardo alla trentunesima edizione del Forum dal suggestivo titolo “The city to be”.