real estate

by Valentina Piuma. Blogger, Economia, Centro Studi.

L’anno appena trascorso ha dipinto un quadro altalenante del mercato immobiliare italiano, testimoniando un significativo declino degli investimenti corporate, scesi sotto la soglia “minima” di circa 5 miliardi di euro.

Tale contrazione, prevalentemente attribuibile a ragioni macroeconomiche piuttosto che a un disinteresse verso l’Italia da parte degli investitori, ha colpito particolarmente alcune categorie di asset, come il settore dell’hospitality, caratterizzato dalla diffusa frammentazione delle proprietà, spesso di natura familiare.

In questo scenario, emerge con forza la necessità di garantire un’offerta immobiliare residenziale accessibile a un pubblico più ampio, per scongiurare il rischio di svuotamento delle principali città e la creazione di enclave elitarie.

A fare da comune denominatore ai diversi aspetti del mercato immobiliare è la centralità delle città nello sviluppo dell’industria del real estate: un elemento chiave di questi anni è stata l’attività di rigenerazione urbana, concentrata principalmente a Milano e in Lombardia, che si è configurata come un autentico asset di investimento che ha coinvolto diverse tipologie di infrastrutture immobiliari.

Questa attività, con sfumature progettuali e operative vicine alle logiche del project financing, continua ad assumere un ruolo sempre più preponderante, soprattutto in termini di legacy e impatto sociale, economico ed ambientale.

Tuttavia, nonostante il suo potenziale, il settore del real estate e delle costruzioni stenta a catturare l’attenzione del panorama politico, spesso vittima di politiche a breve termine inadatte a garantire uno sviluppo organico di un comparto industriale fondamentale per l’economia nazionale.

Con l’avvicinarsi del Giubileo nel 2025 e delle Olimpiadi Milano-Cortina del 2026, Milano e Roma sono chiamate ad affrontare sfide significative, sia in termini di sviluppo immobiliare che infrastrutturale.

In questo contesto, gli operatori del settore si orientano sempre più verso un’interpretazione olistica dell’attività immobiliare, concependola come un prodotto a tutto tondo, funzionale alle esigenze quotidiane degli utilizzatori finali e con una spiccata attenzione al benessere.

Quindi, cosa chiedere per questo 2024 ad investitori ed operatori del mercato immobiliare e delle costruzioni nazionale?

Per l’anno appena iniziato, si delineano nuove sfide per gli investitori e gli operatori del mercato immobiliare, rendendo fondamentale l’adozione di strategie flessibili e orientate al futuro. Questa prospettiva richiede una risposta mirata alle specifiche esigenze di ciascuna città, cogliendo le opportunità emergenti con sensibilità e lungimiranza. Nella continua ricerca dell’innovazione e della sostenibilità, è imperativo riconoscere che qualsiasi forma di rigenerazione e sviluppo urbano deve integrare in modo cruciale un’impronta sociale. Solo attraverso questo approccio può autenticamente guidare il progresso sostenibile del settore immobiliare italiano.

La consapevolezza dell’importanza di un’impronta sociale nel contesto della rigenerazione urbana diventa ancora più rilevante, poiché si apre la strada a una trasformazione più completa e inclusiva. L’integrazione di aspetti sociali nei progetti immobiliari non solo risponde alle esigenze della comunità, ma può anche fungere da catalizzatore per una crescita economica equa e sostenibile. Inoltre, considerare attentamente le dinamiche sociali è essenziale per evitare il rischio di gentrificazione e favorire un equilibrio armonico tra la conservazione delle radici culturali e l’evoluzione dinamica delle città.

In questo contesto, la flessibilità delle strategie degli investitori diventa cruciale, poiché permette di adattarsi alle varie realtà urbane e alle mutevoli dinamiche socio-economiche. Investire in progetti immobiliari che integrino soluzioni innovative, orientate alla sostenibilità ambientale e sociale, non solo risponde alle richieste del mercato attuale ma proietta anche il settore verso una prospettiva di lungo termine, in sintonia con le esigenze sempre mutevoli e sempre più consapevoli della società.