real estate

Riportando indietro le lancette all’estate di circa 40 anni fa le immagini i fotogrammi sono quelli di tre città praticamente vuote e con i cancelli delle fabbriche chiusi per la pausa estiva. Quarant’anni dopo lo scenario è completamente diverso. Non solo le fabbriche – tradizionalmente intese – non ci sono quasi più, ma le tre città hanno riscoperto, non senza qualche difficoltà, una nuova vita all’insegna dei flussi turistici e del real estate 4.0.

Proprio questo ultimo aspetto sta profondamente modificando le regole di ingaggio di Genova e di Torino, che fino a qualche tempo fa venivano fagocitate dallo strapotere di Milano in termini di attrazione degli investimenti e della rigenerazione urbana.

Se, infatti, è indubbio che Milano gioca in un altro campionato rispetto a quasi tutte le altre città italiane – compresa la capitale – è anche vero che i progressi tecnologici anche dal punto di vista infrastrutturale e una politica di collaborazione e interazione tra le diverse amministrazioni locali ha permesso il delinearsi di una nuova geografia immobiliare dove ad ogni vertice di questo triangolo è affidato un nuovo ruolo.

Torino, con il suo understatement tipicamente sabaudo, ha faticato non poco nel corso di questi anni per ritrovare un proprio ruolo nel panorama degli investitori nazionali ed internazionali che neanche le olimpiadi invernali del 2006 avevano saputo rinvigorire. Ad oggi si presenta con un mercato immobiliare che sembra aver ripreso vita anche grazie all’arrivo in città e in provincia di alcune aziende internazionali che hanno deciso di installare le proprie unità produttive proprio in Piemonte. Tra gli elementi di attrattività del territorio, al di là delle quotazioni immobiliari decisamente inferiori rispetto a Milano, la presenza di un’eccellenza come il Politecnico di Torino che da più da un secolo e mezzo rappresenta un punto di riferimento per la formazione tecnica ed ingegneristica. Il tutto senza dimenticare il turismo che ha tra le sue attrattività, centro di gravità nel Museo Egizio ancora oggi il secondo museo di arte e civiltà egizia al mondo dopo quello di El Cairo.

Poche centinaia di chilometri separano Torino dall’ultimo vertice del triangolo “immobiliare”, ovvero Genova, che complice una attenta politica di promozione territoriale, sta rispolverando un po’ dell’antico splendore. Qui più che in altre città il percorso è stato lungo e tortuoso con fermate improvvise e cadute pericolose che hanno messo a repentaglio le azioni introdotte per riqualificare e rivalorizzare il capoluogo ligure. I drammatici eventi dell’agosto 2018 hanno ulteriormente spronato l’amministrazione locale a valorizzare il proprio territorio nell’ottica della blue e silver economy e non solo. Ne è un esempio, la riqualificazione dell’ex area fiera che sorge adesso a nuova vita con l’intervento disegnato da Renzo Piano del Waterfront di Levante, sviluppo all’interno del quale si vuol dare vita ad uno spazio di collaborazione per start up tecnologiche facilitato anche dalla presenza nel capoluogo ligure l’Istituto Italiano di Tecnologia.

Ma se è vero che gli sforzi portati avanti dalle amministrazioni e dagli stakeholder sono stati e continuano ad essere tanti , è anche vero che l’efficientamento della rete infrastrutturale di collegamento tra le diverse realtà urbane è un elemento che aiuta ad incrementare il livello di competitività di queste realtà urbane: se adesso è possibile spostarsi tra Milano e Torino in poco meno di un’ora, lo stesso potrà essere fatto tra qualche (speriamo non troppo) tempo tra Milano e Genova permettendo al capoluogo lombardo un accesso al mare in un tempo ragionevole.

Così come negli anni dello sviluppo industriale, della crescita delle tre grandi città hanno beneficiato anche i territori limitrofi: l’attuale attenzione e sensibilità per il territorio e l’assenza di confini anche ideologici tra il centro e la periferia, consentirà un effettivo impatto positivo su un territorio decisamente più esteso di quello definito dai confini amministrativi delle singole città.