real estate

In una terra di confine tra l’asprezza delle montagne che scendono al mare attraversando una cortina di colline dolci e profumate, in un territorio che da sempre fa della contaminazione tra diverse culture una delle sue peculiarità esiste, anche se raro, un esempio di dialogo tra mondo delle costruzioni e mondo della ricerca.

Vorrei parlarvi di una collaborazione tra ANCE Friuli-Venezia Giulia e l’Area Science Park di Trieste che ha dato vita ad un laboratorio di ricerca sul tema dell’edilizia in un orizzonte temporale proiettato nei prossimi 20 anni. LiCoF – Laboratorio dell’immaginazione delle Costruzioni future – unisce in sé tradizione e visione verso un futuro prossimo che bisogna essere pronti ad affrontare: un termine che in triestino significa l’usanza di celebrare la copertura del tetto di un edificio con un brindisi con tutti gli attori del cantiere.

Da questo connubio tra tradizione e innovazione nasce un esperimento di ricerca e di analisi che per la prima volta applica i metodi della previsione sociale e dei sistemi anticipanti al settore delle costruzioni per indagare quali possano essere gli impatti della digital age sui possibili futuri modelli di business.

Le domande da cui tutti gli stakeholder coinvolti nel progetto sono partiti sono semplici e complesse al tempo stesso. Quale sarà il ruolo delle case nel futuro? Quale sarà il ruolo delle città? E soprattutto, la sfida dell’innovazione verrà interpretata come una minaccia o un’opportunità? Una volta provato a dare risposte a questi interrogativi nasce spontaneo il quesito su come i veri protagonisti della catena del valore nel settore delle costruzioni dovranno adattare i propri modelli di business per dare una risposta in grado di soddisfare questa domanda.

L’urgenza di disegnare scenari in grado di anticipare il futuro è in parte dovuto al fatto che il settore delle costruzioni e del real estate nel loro complesso negli ultimi anni hanno fatto proprio l’assunto che è necessario pensare un prodotto immobiliare che andrà, nella migliore delle ipotesi, a soddisfare una domanda in un futuro prossimo di circa 5 anni.

Il lavoro di analisi, che ha combinato interviste qualitative e metodi scientifici di scenario planning, ha fornito un’indicazione su quelli che saranno i fattori importanti ma con carattere incerto (driver) e gli elementi per i quali si ha una ragionevole certezza e che diamo per assunti già ora per il futuro (given).

Il driver scelto è quello della sostenibilità intesa nel suo più ampio raggio: ambientale, economica, sociale e umana. Per i given, invece, è stata stilata una lista di dieci fattori che già oggi rappresentano un elemento di preoccupazione che spaziano dalla tematica demografica alla considerevole manutenzione richiesta dal nostro patrimonio immobiliare passando, tra l’latro, per la preoccupante carenza di manodopera e di competenze per finire con la scarsità delle materie prime rispetto alla domanda.

Da questa analisi sono usciti quattro scenari differenti: il primo definito della “casa bunker” è quello che vede nelle case un rifugio dal caos di una città percepita come disordinata e pericolosa. In questo scenario, il settore delle costruzioni incontrerà le difficoltà che nel corso degli ultimi anni ne hanno rallentato, almeno nella generalità dei casi, il progresso e la crescita. Il secondo scenario, quello della casa nido, vedrà una scarsa attenzione alla sostenibilità sociale ed ambientale e l’innovazione tecnologica costituirà un vantaggio per le imprese di costruzioni ma non si tradurrà in un effettivo beneficio per il prodotto immobiliare. Nel terzo scenario, quello della casa bicicletta, l’attenzione dell’attenzione ai cambiamenti climatici darà vita a prodotti immobiliari come macchine perfette. Infine, nel quarto scenario, quello della casa “shuttle” modelli di business disruptive consentiranno al settore nel suo complesso di essere protagonista dell’economia circolare e la casa sarà sempre più vitale, intelligente e incentrata sulla persona e sulle sue necessità.

È proprio quest’ultimo lo scenario che alcuni attori del settore delle costruzioni e del real estate stanno cercando di interpretare e mettere a terra con progetti ambiziosi e sfidanti che coniugano tradizione e innovazione.

La sintesi di questo stimolante lavoro di analisi, di ricerca e di collaborazione è nelle parole del direttore di Ance Friuli-Venezia Giulia, Fabio Millevoi che ha voluto così sintetizzare i risultati di questa ricerca.

“Come ha detto il famoso scrittore di fantascienza William Gibson, il futuro è già qui, solo che non è distribuito in modo uniforme. E i segnali di futuro sono tutt’intorno a noi, possono essere fatti strani, ai margini della nostra quotidianità, possono essere una tecnologia come un prodotto ma chiediamoci sempre perché hanno attirato la nostra attenzione e, soprattutto, non dobbiamo cadere nell’errore di fermarci alle onde, a ciò che si vede in superficie ma cercare di capire le maree, le forze più profonde sotto le onde.

Comunque non sappiamo, in questo momento, quale dei quattro scenari risulterà vincente. Dobbiamo, monitorare la situazione: i megatrend, i given, i driver e appena avremo qualche indicazione sullo scenario/i che si stanno realizzando puntare su quello/i muovendosi, quando le circostanze lo suggeriranno, velocemente sull’asse decisionale che, in parte, abbiamo già strutturato, preparato, pianificato.”

A LiCoF e ai suoi promotori va riconosciuta quindi la capacità di guardare oltre, cercando di interpretare in modo più moderno il mondo delle costruzioni e dell’architettura con la consapevolezza che non c’è niente di più sostenibile del passato letto e riletto con gli occhiali del futuro.